1 febbraio 2022 Translated by Deepl
«Tra il 2022-2023 si registrerà una decelerazione della crescita e questo determinerà minori tensioni sulle materie prime e sulla logistica (esclusi rottame e carbone), mentre gas ed energia elettrica rimarranno sotto pressione e potrebbero iniziare a scendere dopo la metà dell’anno in corso, ma molto probabilmente resteranno su livelli superiori a quelli pre-pandemia fino al 2024».
A dirlo è stato Gianfranco Tosini, dell’Ufficio Studi di siderweb, nel corso di “Mercato & Dintorni”, il webinar nel quale oggi l’attenzione è stata dedicata ad alcuni dei temi di più stringente attualità come domanda, materie prime, congiuntura internazionale, logistica e caro energia .
Tosini, affrontando il tema “Le variabili energetica e logistica in siderurgia”, ha infatti spiegato che «tutti i problemi con ci si deve confrontare oggi vengono dal passato, in quanto nel 2021 c’è stato un forte rimbalzo della produzione siderurgica, con un altrettanto forte incremento del costo delle materie prime».
A questo, ha detto ancora Tosini, «si è aggiunto un anomalo aumento dei costi di energia elettrica, gas, noli marittimi e carbone, che hanno contribuito a determinare la situazione attuale»
L’Italia, peraltro, secondo Gianfranco Tosini, è caratterizzata da almeno due anomalie decisive: «Usiamo tanto gas naturale per produrre energia elettrica (oltre il 46% del totale) e questo ci ha danneggiato di più rispetto al resto del mondo e abbiamo pochi operatori che acquistano gas a prezzo fisso».
Gas il cui costo «è aumentato molto per la ripresa economica e la transizione energetica, con il passaggio da fonti fossili a rinnovabili», ma anche perché «i suoi mercati sono regionali e per il trasporto si utilizzano navi o gasdotti. In una fase in cui la domanda di gas della Cina e del Giappone è aumentata ed in cui sono esplose le tensioni tra Russia e Ucraina, il fatto che le navi fossero ferme nei porti per le problematiche legate alla logistica ha determinato un ulteriore incremento dei costi dei noli».
Non indifferente, al riguardo, secondo Tosini è stato ed è il fatto che «i primi dieci operatori del settore dei trasporti detengono l’80% delle flotte commerciali, cosa che di fatto permette loro di stabilire le tariffe quasi in regime di monopolio».
Senza dimenticare che un fattore decisivo è stato anche «il sistema che determina il mercato dei permessi di emissione della Co2, il cui costo è passato da 4 ad 80 euro la tonnellata».
Oppure che, «nella logistica si è ormai abitati ad operare in regime di just in time, cioè di produrre in funzione della domanda e far viaggiare le merci senza necessità di stoccaggio, ma questo funziona se non ci sono intoppi tipo quelli creati dal Covid». Forse, insomma, si dovrebbe tornare a ragionare in termini di just in case, con stoccaggio cioè nei magazzini così da compensare eventuali riduzioni dei flussi, ma ci vuole tempo per metterlo in pratica e necessita di investimenti proprio sui magazzini».
Tra le soluzioni che Gianfranco Tosini ha ipotizzato, per la riduzione dei costi a carico delle imprese, ci potrebbe essere «il raddoppio della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ma per ottenerlo saranno necessari investimenti mirati e cospicui e modificare il mercato dell’energia per evitare che il prezzo venga calcolato in modo “marginale”, cioè fissato in base al metodo di produzione più costoso».
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