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Gozzi: «Anche il 2022 sarà un anno buono per l'acciaio»

La domanda resterà tonica, margini sostenuti dal calo delle materie prime, a eccezione dell'energia

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Nonostante le incognite di eventuali cigni neri, possibili crisi geopolitiche e tensioni energetiche, è una visione positiva quella che ha del 2022 il presidente di Duferco Italia Holding Antonio Gozzi.

Intervistato da Lucio Dall’Angelo nel webinar di siderweb Mercato & Dintorni, il “professore”, come lo chiama comunemente la community siderurgica, ha affrontato a 360° tutti i principali temi che hanno caratterizzato questo avvio di 2022 che «per l’acciaio sarà ancora un anno buono, non strepitoso come il 2021. Una domanda ben presente e un calo dei costi delle materie prime, a eccezione dell’energia, consentiranno anche quest’anno di mantenere un buon “metal margin” (differenza tra costo materie prime e prezzo dei finiti, ndr)».

Gozzi si è detto concorde con le analisi di Gianfranco Tosini ed Emanuele Norsa che lo hanno preceduto, rimarcando una volta di più che l’ottimismo sull’anno deriva anche dal fatto che i grandi piani di spesa pubblica europei e internazionali non hanno ancora mostrato tutta la loro forza. «Piani di investimento con un’importante componente infrastrutturale, che è uno dei motori principali per il consumo di acciaio».

Spostando il focus sul tema dell’energia, Gozzi ha detto di aspettarsi di vedere per i prezzi di questo input una curva evolutiva simile a quella che siamo abituati a vedere per il rottame: «In pratica, dopo il momento di picco i prezzi si stabilizzeranno su livelli più alti rispetto a quelli che ne hanno preceduto la crescita repentina. E questo è dovuto a elementi strutturali che necessitano di tempo per essere corretti, come ad esempio la grande dipendenza dell’Europa, Germania in particolare, dal gas russo».

L’imprenditore ligure ha anche contestato le teorie di quelli che ha definito «estremisti del climate change». Teorie in cui è particolarmente radicata la criminalizzazione dell’utilizzo del gas naturale. «Credo che la posizione più corretta per affrontare la transizione energetica sia quella espressa dal premier Mario Draghi in apertura del COP 26, e cioè quella che è necessario sfruttare tutte le tecnologie disponibili per la riduzione delle emissioni. In queste comprendo anche il carbon capture, che potrebbe rendere le centrali turbogas a emissioni zero. Non ha senso puntare tutto sulle rinnovabili e poi, in momenti di crisi come quelli che abbiamo vissuto pochi mesi fa, vedere la Germania costretta a riavviare le centrali a carbone, molto più inquinanti di quelle a gas. È un controsenso. Ritengo che il gas con il carbon capture possa svolgere quel ruolo di stabilizzatore energetico di cui abbiamo bisogno ricorrendo alle rinnovabili, che per loro stessa natura non sono programmabili. Occorre essere pragmatici».

Sul fronte degli interventi governativi sul caro energia, Gozzi ha una posizione in linea con Confindustria, vale a dire soddisfatta per gli interventi emergenziali, ma non per le misure strutturali invocate, «ma credo che il governo sia ancora al lavoro».  

L’imprenditore collega poi il tema della transizione climatica Ue a quello del commercio internazionale ed in particolare sui sistemi di salvaguardia. «Non è possibile che l’Europa imponga alle proprie imprese extra costi di ambientalizzazione e poi le lasci affrontare il libero mercato, dove ci sono competitor che questi costi non li subiscono. Credo sia evidente che servirà mantenere misure di salvaguardia se non si vuole che interi settori industriali strategici scompaiano nel processo. Non è possibile essere allo stesso tempo estremisti ambientali e liberisti sul mercato, si deve trovare una giusta linea mediana, altrimenti le conseguenze saranno pesanti».

In chiusura lo sguardo si è rivolto alla filiera e dapprima alla domanda, dove spicca un recupero dell’automotive, che si aggiunge alle attese sul PNRR.

Ultime battute sulla controllata Duferco Travi e Profilati che «ha chiuso un buon primo trimestre del nuovo anno fiscale (ottobre-settembre, ndr), gli ordinativi per questo secondo trimestre ci fanno dire che i primi sei mesi dell’anno saranno positivi. Stanno procedendo come previsto anche i lavori per il nuovo impianto di San Zeno, stiamo posando in queste ore il forno di preriscaldo e pensiamo di poter essere operativi da gennaio 2023. Siamo molto eccitati per l’entrata in funzione di questo nuovo impianto che sarà il più efficiente d’Europa e su cui abbiamo sottoscritto un PPA per farlo funzionare completamente a energie rinnovabili. Uno dei punti di forza è anche l’efficienza nel cambio di profilo di laminazione, che darà sicuramente un grande servizio ai nostri clienti».


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