25 novembre 2021 Translated by Deepl
I volumi cresceranno ancora. Sia in Italia sia in Ue. Il 2022 si presenta con buoni auspici per il settore siderurgico: lo ha dichiarato Stefano Ferrari (responsabile dell’Ufficio Studi siderweb) durante il convegno “L’acciaio del centro-sud e la sfida della ripresa”.
Partendo dalle variabili macroeconomiche, Ferrari ha evidenziato che il PIL globale, dopo il +5,9% del 2021, l’anno prossimo salirà del 4,9%, con le economie avanzate al +4,5% e l’Ue al +4,3%. Il nostro Paese avrà un andamento allineato a quello continentale, con un +4,2% secondo il FMI e il medesimo risultato secondo il NADEF.
Analizzando il documento recentemente pubblicato dal Governo, Ferrari ha rilevato che dal 2021 in poi, «la componente degli investimenti ricoprirà un ruolo rilevante nella crescita del PIL italiano, con un +15,5% nel 2021, un +5,8% nel 2022 un +4,3% nel 2023 ed un +3,9% nel 2024, tutti valori superiori alla crescita del PIL». Ciò rappresenterà un elemento positivo per la siderurgia, grazie anche al contributo delle costruzioni, che nel 2022 saranno testimoni di un incremento degli investimenti superiore all’8% rispetto al 2021.
Tornando al comparto siderurgico, a livello mondiale la domanda l’anno prossimo salirà del 2,2% rispetto al livello del 2021, con l’Asia sottotono (+1,1%) a causa della stagnazione cinese. L’Unione europea, invece, mostrerà un aumento del 4,4% del consumo reale rispetto a quest’anno e del 4,7% del consumo apparente. Quest’ultimo valore «toccherà l’anno prossimo i 153 milioni di tonnellate, un milione di tonnellate in più rispetto al 2018. Sarà insomma il miglior anno, in termini di tonnellaggio, dell’ultimo decennio, con un recupero di 24 milioni di tonnellate rispetto al picco minimo del 2020».
Per quanto concerne i prezzi, infine, «partendo dalle materie prime internazionali si notano due dinamiche contrapposte: da un lato il costo del minerale ferroso è in netto calo ormai da qualche mese, facendo crollare il costo della carica dell’altoforno. Dall’altro, invece, il rottame turco è sui massimi del 2021, rimanendo poco distante dal prezzo di quest’estate». La dinamica delle materie prime sta influenzando anche i finiti, con il tondo che è sui massimi del 2021, mentre i coils a caldo in acciaio al carbonio si sono riposizionati su un livello inferiore rispetto al top del giugno scorso. Fuori scala, invece, l’inox, che è in crescita da più di un anno.
«Per l’anno prossimo – ha spiegato Stefano Ferrari – sul versante dei prezzi, molti scenari rimangono ancora aperti. Da un lato sarà da verificare la dinamica delle materie prime: un andamento così marcatamente divergente generalmente non è sostenibile nel lungo periodo. Dall’altro l’aumento dei costi inciderà a livello produttivo: bisogna quindi vedere come queste forze si combineranno e che effetti produrranno sui prezzi finali».
Redazione siderweb
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