5 ottobre 2021 Translated by Deepl
Primo ospite delle interviste siderweb a Made in Steel 2021 è Arrigo Vanoli, amministratore delegato dell’omonimo gruppo che traccia una prima fotografia dell’anno siderurgico dagli stand della principale Conference & Exhibition del sud Europa dedicata alla filiera dell'acciaio.
Dottor Vanoli, il 2021 è stato un anno straordinario per l’acciaio, voi operate sia come magazzino dal pronto che come centro servizi, e soprattutto trattate un’ampia gamma di prodotti, quali sono state le differenze nei vari mercati?
Il 2021 è stato un anno straordinario per l'acciaio, ma non per tutta la filiera a qualsiasi livello: produttori, acciaierie, tubifici, centri servizi e distributori. Sia per i volumi e per la redditività è un anno particolarmente positivo, ma c’è anche il rovescio della medaglia. Carpenterie e utilizzatori non hanno goduto di alcun vantaggio economico da queste dinamiche rialziste, anzi sono stati parecchio penalizzati trovandosi nell’impossibilità di ribaltare a valle i costanti forti aumenti a cui abbiamo assistito sin dalle prime settimane di gennaio. Nonostante queste tensioni la domanda è risultata costantemente sostenuta nel comparto edile, chimico, e industriale, sia che si parli di costruttori di macchine agricole che di impiantistica. Anche se proprio il settore agricolo è stato uno di quelli più penalizzati dagli aumenti delle materie prime alimentari; aumenti che non sono stati compensati da rincari proporzionali tra latte, carne e derivati. Dinamiche che hanno quindi condizionato anche gli investimenti del settore.
È possibile identificare delle dinamiche principali che hanno condizionato l’anno?
Direi che le dinamiche che hanno condizionato l'anno sono in estrema sintesi un paio. La prima è rappresentata dalla speculazione finanziaria partita alla fine del 2020, quando gli analisti, con l'arrivo dei vaccini a livello planetario, hanno innescato la prima speculazione delle materie prime, prevedendo la ripartenza economica a livello globale. E questo si è sentito soprattutto in apertura d’anno. La dinamica che ha immediatamente seguito questo trend è figlia della correttezza di queste previsioni. La tendenza rialzista ha quindi portato continuità in una serie di speculazioni da parte di ogni attore della filiera dell'acciaio. Dapprima lo abbiamo visto in colossi planetari come ArcelorMittal per poi passare ai produttori locali, poi i trasformatori, poi il commercio e così via in maniera che ognuno traesse vantaggi dai prezzi fino ad arrivare ai valori attuali.
Alla luce di quanto detto fino a ora, il 2021 che anno è stato per la vostra azienda?
Per la nostra azienda è stato un anno particolarmente positivo fino ad oggi, però un ritorno a valori reali fa pensare al fatto che probabilmente dovremo attingere al fieno messo in cascina nei mesi scorsi. Credo che l’eventualità si verificherà entro dicembre, mi auguro solo che il ricorso alle “scorte” possa essere limitato. Posso però dire che in termini di volumi la domanda è stata costante nei mesi e con valori superiori anche del 10% ai periodi pre-Covid.
Cosa vi aspettate per il 2022? Sul fronte degli investimenti, state puntando su qualcosa in particolare?
Salvo eventi eccezionali e imprevedibili, mi aspetto un 2022 con domanda ancora sostenuta e per questo stiamo investendo ancora in impianti 4.0 che, oltre a portar efficienza e quindi una miglior economia di scala, compensano sempre di più la scarsità di manodopera qualificata lamentata molto spesso anche dai nostri clienti.
Davide Lorenzini
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