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Piani a caldo, la ripresa italiana migliore di quella europea

Bregant: «La decarbonizzazione influenza la regionalizzazione dei mercati. In Cina produzione da forno elettrico +45%»

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Produzione e consumo 2020/2021 di pani a caldo, sono stati questo il cuore dell’intervento del direttore di Federacciai Flavio Bregant all’interno del webinar siderweb Mercato & Dintorni. Titolo dell’appuntamento «Piani: un semestre da protagonisti. E ora?», il direttore di Federacciai ha confermato come il 2020 sia stato un anno di difficoltà per i piani italiani, la cui produzione è scesa a 9,5 milioni di tonnellate, il 16,2% in meno su base annua.

«L’andamento produttivo ha di fatto seguito quello imposto dalle restrizioni produttive con un calo nei primi cinque mesi dell’anno, una fase di assestamento durata fino a novembre e poi un deciso ritorno alla crescita.

«Passando al 2021, nei primi cinque mesi dell’anno – ha detto Bregant – la produzione ha mantenuto il trend di crescita ed è aumentata del 15% sull’anno precedente fino a toccare i 4,5 milioni di tonnellate. Da segnalare inoltre che a maggio la produzione ha raggiunto un livello molto vicino alla media dei periodi pre-crisi».

Spostando il focus sull’Europa il direttore di Federacciai ha mostrato che la produzione di piani a caldo del 2020 è scesa del 11,5%, quindi più di quanto non avvenuto in Italia. L’evoluzione nel corso dell’anno ha avuto un andamento simile a quanto visto nel nostro Paese, se non fosse che la discesa fino a maggio è stata più importante nell’ordine del 30%, anche in Ue si è assistito poi ad una stabilizzazione e ad una crescita nei due mesi finali del 2020.

Nonostante i dati sulla produzione Ue si di Eurofer si fermino a marzo, si può notare come l’Italia sia ripartita con maggior slancio rispetto alla media dei Paesi europei, questo secondo Bregant potrebbe essere dovuto anche alla maggior flessibilità del sistema produttivo italiano basato sull’elettrosiderurgia

«Guardando invece ai settori utilizzatori in Italia notiamo che il 2020 sul 2019 registra una contrazione media del 20% con il picco nell’automotive a -40%. Il confronto 2020/2021 mostra invece una crescita diffusa le cui punte sono l’automotive +60% e le costruzioni +40%. Da un confronto con i livelli pre-crisi però solo le costruzioni nei primi quattro mesi dell’anno risultano essere in crescita. In Europa sebbene con percentuali diverse l’andamento è simile se non fosse che nel 2021 tutti i settori sono ancora sotto ai livelli pre-crisi»

Guardando al mercato ed alle prospettive i dati diffusi da Eurofer a maggio (prossimo aggiornamento a fine luglio; ndr) si nota come «tutti i settori utilizzatori faranno segnare una crescita robusta nel primo semestre e più blanda nella seconda parte dell’anno. Tuttavia, solo il settore delle costruzioni alla fine dell’anno sarà in grado di recuperare in toto il gap con il periodo pre pandemia».

«Vorrei chiudere evidenziando che stiamo assistendo a delle regionalizzazioni di mercato sostanzialmente nuove e su questo credo influisca il concetto di decarbonizzazione. Per questo si assiste ad un maggior ricorso al forno elettrico anche in Cina il cui taso di utilizzo è aumentato del 45%, un dato che ha permesso al dragone di raggiungere il 18% di quota mondiale della produzione da forno elettrico. In crescita anche del 13,5% anche dalla Turchia».

Valori questi ultimi che dimostrano come il cambio di tecnologia produttiva poi va ad influenzare anche i mercati delle materie prime.

Clicca qui per scaricare le slide di Flavio Bregant


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