6 luglio 2021 Translated by Deepl
Andrea Gabrielli, presidente del gruppo omonimo, intervenendo al webinar di siderweb “Piani: un semestre da protagonisti. E ora?” ha spiegato che «il settore della distribuzione si riconosce pienamente nel tema proposto, visto che la sensazione che abbiamo avuto è stata quella di trovarci, nella prima parte anno, di fronte ad una richiesta abnorme, tanto che le consegne sono aumentate di circa il 10%, mentre c’è poca chiarezza riguardo a quello che potrà accadere nel prossimo futuro».
Chiarendo che «per le difficoltà di approvvigionamento dai produttori, con l’aumento del differenziale tra domanda e offerta e l’allungamento dei tempi di consegna da parte delle acciaierie, siamo stati costretti a dare fondo alle scorte di magazzino. Scorte che ora, è uno degli obiettivi primari, dovremo cercare di riequilibrare per riuscire a rispondere alle richieste degli utilizzatori».
Mentre la situazione attuale, ha raccontato Andrea Gabrielli rispondendo alle domande del direttore responsabile di siderweb Davide Lorenzini, «resta problematica, in quanto non riusciamo ad avere materiale a sufficienza per servire i clienti a valle, visto che automotive ed elettrodomestici sono stati i primi settori a rimettersi in marcia, seguiti anche da quello delle costruzioni».
Un aspetto positivo, secondo Gabrielli, «è rappresentato dal fatto che, nonostante i rincari e l’abbreviazione dei tempi di pagamento, non abbiamo dovuto far fronte al fenomeno degli insoluti», ma qualche apprensione è determinata dal fatto che «i margini, per il sistema a valle, si stanno riducendo sensibilmente per la difficoltà che viene incontrata nel ribaltare gli aumenti sugli utenti finali e questo, alla lunga, potrebbe determinare delle tensioni serie».
Anche se «il mercato ormai sta andando verso una stabilizzazione dei prezzi, che non dovrebbero far registrare ulteriori forti scossoni, ma oscillare intorno ai livelli attuali».
Secondo il presidente del gruppo Gabrielli, però, «ci sarà bisogno di più prodotto per dare forza alla crescita ed alla ripresa, ma la produzione italiana resta insufficiente» ed a questo proposito ha spiegato che «c’è un po’ di rammarico per la proroga della normativa salvaguardia».
Una scelta che a suo parare «è stata fatta basandosi più sul trascorso che sulle prospettive e senza tener conto delle reali condizioni del mercato italiano e continentale, visto che determina una serie di ricadute, comprese le difficoltà di sblocco di materiale presente nei porti, che rendono difficile la gestione ve la programmazione».
Tanto che Andrea Gabrielli, ricordando anche i pericoli derivanti da alcune scelte, «annunciate ed allo studio da parte di governi “sovranisti” e che potrebbero introdurre ulteriori tensioni sul mercato» è arrivato ad auspicare «una revisione, anche in tempi non troppo lunghi, della stessa normativa di salvaguardia».
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