18 maggio 2021
Commentando i risultati della survey presentati nel corso del webinar "STEEL HUMAN: il capitale umano dell'acciaio" organizzato oggi da siderweb, Alessandro Roggerini, direttore risorse umane del Gruppo Duferco, ha parlato di «una fotografia aggiornata della situazione. Reperire alcuni tipi di risorse, per le aziende della filiera dell’acciaio, è oggettivamente difficile, perché l’immagine della siderurgia è ancora legata allo stereotipo dell’azienda brutta e sporca», ma non solo.
«Il fatto che la produzione sia organizzata su turni resta di scarso appeal per i giovani e, tra di loro, i neo-diplomati difficilmente pensano ad un’azienda siderurgica come il possibile approdo».
Per questo, visto che è in corso lo studio del percorso da intraprendere per la selezione del personale che sarà chiamato a lavorare nel nuovo e modernissimo laminatoio “verde” che sarà realizzato a San Zeno (Bs), «siamo convinti che dobbiamo fare in modo di renderlo attrattivo proprio per i più giovani. Tenendo però presente che, trattandosi di un impianto all’avanguardia, serviranno soprattutto le competenze tecniche per farlo funzionare al meglio».
E quindi saranno programmate «visite nelle scuole», nel corso delle quali «mostrare anche con video e foto quella che è oggi la condizione di lavoro in Duferco», oltre che ovviamente spiegare quali sono le prospettive che si offrono.
Ma per formare e guidare i giovani che entrano in azienda, oggi più che mai è necessario un management a sua volta pronto e qualificato anche alle nuove funzioni «e per questo il lavoro di Management 4 Steel, l’academy che è stata messa a punto insieme ad Aso, Feralpi e Pittini, ha un taglio dedicato proprio a quelle risorse che in azienda devono poi gestire persone e guidarle in un percorso di integrazione produttiva».
Per questo, ha spiegato Alessandro Roggerini, «stiamo lavorando su diversi livelli per arrivare ad una gestione trasversale delle soft skill e, ricordando sempre che facciamo acciaio e che l’azienda è fatta di persone a cui si devono dare gli strumenti giusti, puntiamo a creare il giusto senso di appartenenza, grazie anche ad iniziative come il “Duferco day”, con una comunicazione interna finalizzata a dare ai dipendenti le informazioni necessarie a farli sentire parte dell’impresa».
Ma «con una raccomandazione – ha chiarito Roggerini – che mi sento di fare ai giovani che intendono avvicinarsi al nostro come a qualsiasi lavoro: quello che fai deve piacerti e se ti accorgi che non è così, è meglio pensare subito di fare altro».
Quanto al futuro, per il direttore risorse umane del Gruppo Duferco «si dovranno trarre i giusti insegnamenti dall’esperienza, a volte improvvisata, fatta durante la fase acuta della pandemia, quando si è fatto ricorso a forme nuove di lavoro, ma in assenza di una normativa di riferimento che, invece, ora sarà necessario mettere a punto».
La sua previsione è che «si potrebbero ipotizzare forme “miste” di lavoro in presenza e da remoto, sempre finalizzate ad obiettivi precisi e che potrebbero essere utili – tenendo presente che nei reparti di produzione il lavoro in presenza è indispensabile – per attrarre figure destinare a ricoprire ruoli di livello medo alto».
Marco Torricelli
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