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Acciaio: le strategie per guardare ad Oriente

Per Giuliano Noci si deve puntare su «riorientamento commerciale, digitalizzazione e sostenibilità ambientale»

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«Riorientamento delle strategie commerciali, digitalizzazione e sostenibilità ambientale»: saranno questi i temi sui quali dovranno concentrarsi le imprese italiane, comprese quelle della filiera siderurgica, che vogliono incrementare o avviare rapporti commerciali con la Cina (e non solo) secondo Giuliano Noci, Prorettore del polo territoriale cinese del Politecnico di Milano, ospite del webinar di siderweb “Geopolitica e mercati: il mondo tra Brexit, Biden e Xi".

Per arrivare a queste indicazioni, Noci è partito da alcune considerazioni preliminari, sulla «prospettiva delle imprese, per l’oggi e il domani», facendo riferimento ad un mondo sempre più globalizzato e che «anche se assistiamo a ritorni di nazionalismo e chiusura dei confini, inevitabilmente lo sarà sempre di più».

La convinzione del Prorettore del polo territoriale cinese del Politecnico di Milano nasce dall’analisi della storia: «Le grandi crisi del passato – ha ricordato – hanno sempre rappresentato spinte verso la globalizzazione e la fase attuale, al di là delle interpretazioni di parte, deve spingere nella stessa direzione».

Soprattutto perché «Cina e Asia sono motori indispensabili per la crescita dell’economia complessiva. A loro si deve il 17% della crescita totale del Pil, che proprio la Cina rappresenta il primo mercato al mondo per numerose categorie merceologiche, e che ha fatto registrare un incremento del 175% nelle importazioni di beni di lusso, oltre alla crescita esponenziale del mercato automotive».

Grande attenzione, ha poi ricordato Giuliano Noci, si dovrà porre anche a un altro aspetto di grande rilevanza relativo alla Cina, perché «in quel grande Paese si punta sempre più sulla qualità piuttosto che sulla quantità, puntando su innovazione, valore aggiunto, dual circulation policy e crescita della domanda interna».

Noci, dopo aver ricordato che «riflessi per l’industria pesante e per quella dell’acciaio si potranno avere dalla doppia strategia cinese su Europa e Africa per garantire sbocchi alle aziende di Stato», ha poi allargato il campo delle sue riflessioni oltre quello specifico della Cina. «In Africa ci sono più di 50 Paesi che hanno aderito all’African Free Trade Agrement e quel trattato potrebbe essere un elemento interessante per le imprese italiane che intendono stringere rapporti commerciali o partnership in quel continente, ma importante sarà l’atteggiamento del governo italiano che deve puntare ad una posizione di leadership nella stesura delle strategie di politica economica internazionale».

Visto, peraltro, che «l’Europa ora guarda anche all’India per un progetto comune finalizzato a contrastare il crescente peso cinese e anche questa può rappresentare un’opportunità per le imprese italiane».

Secondo Giuliano Noci, insomma, «ci sono elementi per cui si può guardare al prossimo futuro con ottimismo, ma serve la capacità di mettere in atto una strategia complessiva che deve partire dalla presa di coscienza che la trasformazione digitale rappresenterà una nuova frontiera importante per supportare iniziative industriali e di marketing».

Le imprese italiane, quindi, dovranno «riconfigurare le proprie reti commerciali, tenendo conto proprio del nuovo ambiente digitale nel quale si andrà ad operare e anche del fatto che nelle loro strategie dovrà avere un ruolo sempre più preminente quella garanzia della sostenibilità ambientale che ormai è un aspetto decisivo quando ci si confronta per avviare qualsiasi forma di collaborazione in ogni parte del mondo».

Per consultare le slides presentate da Giuliano Noci basta cliccare sull'icona noci 110521


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