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Acciai speciali: il mercato è nervoso

Della Flora: «Ritorno alla “normalità” non prima di 5 anni». Lombardi: «Spedizioni in ripresa in finale d'anno»

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Una domanda di acciai speciali fiacca, in sentore di rallentamento già dal 2019 e ulteriormente indebolitasi nel 2020, potrebbe acuire la sofferenza dei distributori: «Ci sono troppi attori sul mercato. O meglio, ci sono troppi depositi e magazzini e non c’è una diversificazione, né per prodotto, né per area geografica». Secondo Siro Della Flora, presidente di Metallurgica Legnanese, intervenuto al webinar di siderweb “Acciai speciali verso il 2021” di questa mattina, «la fermata di marzo-aprile ha inasprito la battaglia sul mercato a colpi di tonnellate vendute, a scapito del prezzo».

Una strategia con la quale il distributore di acciai speciali, laminati, forgiati, trafilati, pelati, rullati, rettificati, cromati, automatici e inox, è in totale disaccordo, sin dai primi anni di attività, datati anni Settanta: «Non condivido questa “politica delle tonnellate”, che penalizza la marginalità per acquisire quote di mercato. Si pensi a quanto accaduto con la crisi del 2009; ora la storia di ripete, senza che ci abbia insegnato nulla. Se avessimo sostenuto le quotazioni, con maggiore coerenza, probabilmente questa crisi sarebbe stata più facile da superare. Preferisco vendere meno in termini quantitativi, ma con maggiore ricarico. E non voglio cambiare pelle, dopo 60 anni di attività».

Prima di tornare ai livelli pre-crisi, secondo Della Flora, sarebbero necessari «5-6 anni. Non vedo una soluzione a breve».

Quanto ai principali mercati di sbocco degli speciali, «mese dopo mese, la meccanica sta tornando a lavorare normalmente – secondo Della Flora -. C’è meno consumo nel valvolame, più legato ai consumi petroliferi. In generale, però, il mercato è ingessato, manca la spinta». A tal proposito, il presidente di Metallurgica Legnanese sottolinea che ottobre ha visto un ulteriore rallentamento delle compravendite, con un inasprimento dell’«arrembaggio di chi è malato di “tonnellite” e sacrifica il prezzo, per tentare di recuperare quote di mercato».  

Anche per i produttori di speciali i margini non sono in una fase positiva, peraltro «iniziata già da qualche anno, dovuta alla debolezza della domanda e alla pressione dell’offerta, e condita da un aumento dei costi fissi» ha spiegato Alessandro Lombardi, Sales Manager, Wire rod & Semis di ORI Martin. «Sarà necessario un riallineamento, ma non possiamo prevedere quando potrà accadere».

Altro punto sottolineato dal manager è proprio la difficoltà di azzardare previsioni in questa fase: «La domanda è nervosa, per non dire schizofrenica, per via evidentemente di un cambio radicale dei piani dei nostri clienti per mancanza di visibilità a valle». È del 20-25%, ha spiegato Lombardi, la riduzione di attività degli utilizzatori (lo ha illustrato anche Gianfranco Tosini nella propria analisi durante il webinar). «Quello che i nostri clienti ritengono plausibile è un recupero di metà della perdita riscontrata quest’anno nel 2021. Sarà nel 2022 che si azzererà il livello di riduzione a oggi raggiunto. Insomma – ha chiarito – saranno necessari due anni per tornare al pre-Covid». Questo per l’automotive; si prevedono «curve più veloci di ripresa se si considera questo settore con un’accezione più ampia».

Un rallentamento che si è riflesso perfettamente nelle operazioni di ORI Martin: «Chiuderemo l’anno con una riduzione di volumi poco sotto il 20%, mitigata dall’ultima parte dell’anno» ha anticipato.

Il gruppo ha fermato la produzione dal 17 marzo, ripartendo la terza settimana di aprile, dopo «un inizio d’anno comunque positivo, sull’onda di una fine di 2019 non troppo entusiasmante. Dopo la ripartenza, gli speciali hanno recuperato abbastanza bene, soprattutto da inizio luglio in avanti. Abbiamo avuto un buon mese di settembre, con le spedizioni che hanno tenuto bene. La previsione per i prossimi mesi è in linea con quest'ultimo andamento, seppur nella totale incertezza dovuta al contesto».

Nonostante questo complesso contesto, il produttore siderurgico bresciano ha confermato l'adesione al piano di investimenti varato prima della crisi Covid, che punta su qualità e sostenibilità.


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