9 aprile 2020
La siderurgia italiana scalda i motori in vista della «Fase 2», ma resta in attesa del nuovo decreto con cui le attività industriali che potranno operare verranno disciplinate dopo il 13 aprile.
Sebbene in virtù della comunicazione ai Prefetti diverse realtà della filiera abbiano riavviato alcuni reparti, in particolare le spedizioni e le lavorazioni a freddo, gran parte del settore è in attesa di capire quali saranno le decisioni del governo chiamato a chiarire nelle prossime ore cosa succederà all’indomani della scadenza del precedente provvedimento.
La speranza è che questa volta la siderurgia possa essere riconosciuta come una filiera essenziale per il Paese dal momento che è indubbia la presenza dell’acciaio in gran parte degli oggetti di uso comune.
Così come nella discussione precedente è in corso una mediazione dei rappresentanti degli industriali e di quelli dei lavoratori per trovare un punto di incontro sul quale possa essere costruita la ripresa.
Il timore di fondo è che cercare di anticipare il recupero rispetto ai tempi ritenuti consoni dagli epidemiologi possa creare un nuovo stop della produzioni che potrebbe essere più deleterio di un prolungamento dell’attesa.
Il fatto è però che le proiezioni del modello elaborato dalla Fondazione Gimbe sull’andamento dell’epidemia stimano che, il 16 aprile l'aumento dei casi scenderà al 2%, il 27 aprile all'1%, il 7 maggio allo 0,5% e il 2 giugno allo 0,1%, e solo a quest’ultimo livello a Hubei hanno deciso di allentare la stretta.
Non è nemmeno da escludere che il governo possa decidere di aggiornare la situazione di settimana in settimana.
Resta il fatto che anche le stesse aziende abbiano bisogno di alcuni giorni di avvio progressivo per riportare anche solo gli impianti a ritmi di produzione capaci di garantire gli standard di sicurezza abituali e scongiurare incidenti o rotture. Le stesse aziende non puntano a spingere sull'acceleratore sin da subito ma a poter tornare competitive da maggio. Le riaperture quindi coinvolgeranno un numero limitato di addetti.
Insomma la situazione è al momento ancora nebulosa, la speranza è che un possibile deciso miglioramento dei dati negli ultimi giorni possa consentire ad un minimo allargamento dei codici ATECO delle attività autorizzate. Allargamento che gli operatori sperano possa comprendere anche la siderurgia.
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