29 novembre 2019
«La siderurgia italiana, come sappiamo, è nata e cresciuta grazie alle partecipazioni statali. Oggi, a causa delle politiche delle multinazionali e del fatto che i governi degli ultimi venti anni non se ne siano occupati ci fa stare sulle sabbie mobili».
A parlare così è stata, oggi, la segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David, che poi ha chiarito: «Rispetto all’Ilva non abbiamo comunicazioni da parte del Governo, ma è chiaro che non firmeremo mai accordi che prevedono esuberi non previsti nel piano originale per l’Ilva di Taranto»
Quanto al possibile intervento diretto dello Stato al fianco di ArcelorMittal, Francesca Re David ha spiegato che «noi come Fiom abbiamo sempre sostenuto che in aziende strategiche ci debba essere un intervento pubblico e l’ipotesi relativa ad un possibile ingresso di Invitalia va nella direzione giusta perché non si possono dare i soldi alle multinazionali senza controllare cosa poi ne fanno».
Ma il tema Ilva non riguarda solo Taranto: per stasera alle 21, infatti, è prevista una seduta “aperta” del Consiglio Comunale di Novi Ligure e dedicato proprio alla situazione dello stabilimento ex Ilva locale.
Per il sindaco Gian Paolo Cabella «è un atto doveroso verso i lavoratori. Contiamo su una forte partecipazione della cittadinanza, anche perché ci sono quasi 700 famiglie che vivono sul futuro del nostro stabilimento. Senza contare le famiglie legate all’indotto. Intanto è importante che finalmente stia arrivando la materia prima da Taranto, altrimenti non saprei quali alternative avrebbero potuto esserci».
Nella fase convulsa che si sta vivendo, poi, trovano il modo di inserirsi anche iniziative difficili da identificare. Come il presunto interessamento della venezuelana Siderurgica del Orinoco (Sidor). In una nota firmata da Hugo Santoro Imazio, che si definisce Vice President Mergers and Acquisitions dell’azienda, si legge che sarebbe intenzionata a «cercare una collaborazione con il Governo Italiano con il fine di rilevare la gestione globale della società Ilva».
Tanto che, si legge nella nota, «nei prossimi giorni sarà consegnata al Governo Italiano la nostra formale proposta, documento che prevede il mantenimento in funzione di tutti gli attuali siti industriali e praticamente tutte le attuali maestranze. Questo sarà reso possibile dal fatto che verranno ricollocate negli stabilimenti italiani tutte le produzioni che attualmente vengono prodotte nei nostri stabilimenti americani per poi essere esportate in Europa».
Un interessamento informale ancora avvolto nel mistero dal momento che secondo i dati disponibli e cosultabili l'output di prodotti finiti in acciaio della Siderurgica del Orinoco pare oggi pari a zero. siderweb ha chiesto conferma alla sede centrale dei contenuti della nota diffusa in lingua italiana, ma al momento non è giunta alcuna risposta.
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