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«Aggregazioni e specializzazione» per l'acciaio

Il settore ne gioverebbe secondo UBI Banca. Se ne parlerà a Bilanci d'Acciaio, giovedì a Milano

Meno tre: giovedì a Milano si terrà l'evento nazionale di presentazione di Bilanci d’Acciaio, l’analisi di Siderweb e Università degli Studi di Brescia della situazione reddituale, finanziaria e patrimoniale delle imprese siderurgiche nazionali, realizzata attraverso la lettura e l’interpretazione dei dati di 3700 bilanci di esercizio 2016. Sarà occasione per fare il punto sullo stato di salute dell'intera filiera, dai produttori agli utilizzatori di acciaio, passando per distributori, centri servizio e commercianti di rottame e ferroleghe. 

Secondo UBI Banca, che ha supportato Siderweb nell'organizzazione di Bilanci d'Acciaio 2017, nel contesto attuale della filiera siderurgica «è più che necessario un processo aggregativo» per superare un'eccessiva frammentazione. Ma parla anche del bisogno di «specializzazione» Marco Mandelli, responsabile Corporate & Investment Banking di UBI Banca

 

Quella di quest’anno è la nona edizione di Bilanci d’Acciaio, appuntamento consolidato per la filiera dell’acciaio nazionale per fare il punto sulla situazione economico-finanziaria del settore attraverso l’analisi di migliaia di bilanci effettuata dall’Ufficio Studi di Siderweb e dall’Università degli Studi di Brescia. Qual è il senso del supporto offerto da UBI Banca?

Da molto tempo siamo a fianco di Siderweb in questa iniziativa. Lo siamo stati in momenti molto più difficili di quello che stiamo vivendo e a maggior ragione vogliamo esserlo oggi. Come Banca, anche per ragioni di posizione territoriale, siamo legati a doppio filo con i nostri clienti che operano in questo settore, qualche numero può aiutare a capire: UBI Banca oggi accorda complessivamente alle aziende del settore fidi per 4,1 miliardi di euro, con utilizzi al momento per 2,2 miliardi di euro, di cui oltre il 60% su aziende non Large Corporate. Quindi dobbiamo esserci, dobbiamo capire le esigenze della filiera, sia delle imprese più grandi che di quelle più piccole.

 

La filiera siderurgica sta attraversando grandi trasformazioni, innescate anche dalla crisi economica. Sta cambiando anche il modo con il quale la banca dialoga con le imprese dell’acciaio? Se sì, in che modo?

La recente crisi economica ha cambiato il modo di fare impresa e, di conseguenza, anche l’approccio degli istituti di credito nei confronti del mondo imprenditoriale. È necessario avvicinarsi e comprendere meglio le esigenze degli imprenditori. Questo vale per tutti i settori e, naturalmente, anche per quello dell’acciaio. Per parlare un linguaggio comune, il Gruppo UBI sta cercando di adottare un approccio che parta dalla conoscenza della Industry anche attraverso persone inserite in una struttura dedicata  (Industry Coverage), colleghi che conoscono sia l’andamento del settore, in Italia e all’estero, sia i players internazionali e le principali opportunità che si presentano nel mercato.

 

Da tempo si indica la strada delle M&A per superare l’estrema frammentazione della filiera dell’acciaio italiana. È percorribile? Che ruolo può avere la banca in questo processo?

La fotografia del settore lascia chiaramente intendere che un processo aggregativo sia più che necessario. L’Italia è il decimo produttore al mondo di acciaio, il primo produttore italiano è al 62esimo posto nel mondo, nel nostro Paese ci sono quasi 3500 aziende contro le 2600 della Germania, primo produttore europeo. Inoltre, il numero medio di addetti delle aziende tedesche è circa tre volte superiore a quello italiano. I ricavi medi per impresa sono di 15 milioni contro i 35 milioni delle aziende tedesche. Con questi numeri un maggiore processo di aggregazione andrebbe a vantaggio del settore. Noi come UBI Banca lo favoriamo, per certi versi lo auspichiamo e siamo organizzati per avere un ottimo ruolo da giocare su tale fronte. 

Crediamo tuttavia che ci sia anche un'altra strada da seguire e che noi stiamo verificando nei fatti dal nostro osservatorio: la specializzazione. Oggi, forse, in un contesto nel quale gli impianti sono utilizzati circa al 70%, dove vengono premiati prodotti speciali, dove sempre più è necessario coingegnerizzare i prodotti con i propri clienti, la strada dell'azienda specializzata e efficiente è premiante verso quella che fa principalmente volumi.

 

Come illustrato anche nei lavori degli Stati Generali dell’ACCIAIO di Siderweb, le sfide future della siderurgia andranno affrontate anche tramite l’adeguamento tecnologico delle imprese. Per questo Bilanci d’Acciaio includerà, per la prima volta, un capitolo dedicato agli investimenti delle società del settore. Quale ruolo può avere la banca nella pianificazione dello sviluppo di un’azienda?

Industria 4.0 sta aprendo la strada a investimenti in innovazione tecnologica e digitalizzazione, si parla della quarta rivoluzione industriale. È una direzione giusta e la Banca ha il compito di supportare finanziariamente i progetti innovativi con un ruolo di partnership duratura. Quando si compiono questi passi gli imprenditori devono poter condividere il progetto con le istituzioni finanziarie e poi sapere di contare su un apporto finanziario stabile e duraturo nel tempo.

 

Nell’apertura di un canale di credito oggi, oltre al conto economico, quali altri elementi (la capacità di innovare? Un progetto di crescita di lungo periodo? L’apertura di una nuova nicchia di mercato?) hanno valore e possono essere valutati quali punti di forza?

Le aziende con una forte connotazione innovativa hanno maggiori capacità di stare sul mercato. Le banche dovranno cogliere le potenzialità e agire di conseguenza. Bisogna aggiungere un concetto chiave e trasversale ai diversi settori che è la trasparenza. Raccontare quello che si fa, per quale ragione e verificare costantemente il risultato. Continuo a pensare che tutto questo costituisca un grande asset a disposizione delle aziende nel rapporto con il sistema bancario.

 


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