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Assofond a Made in Steel: bene il 2017

Nel 2016 salgono ghisa e metalli non ferrosi, male l'acciaio. Avanti con la produzione ad alto valore aggiunto

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RHO (MI) - Anche il comparto fusorio conferma i buoni risultati del 2017 fatti registrare dal settore siderurgico.

Ad affermarlo è Silvano Squaratti, direttore generale della federazione delle fonderie italiane Assofond, intervistato nel corso di Made in Steel. «Effettivamente i segnali di una discreta crescita sono arrivati anche da noi, con tendenze non più settoriali come una volta ma molto specifiche per determinate tipologie di settori, committenza e mercati di destinazione - spiega Squaratti -. L'automotive in particolare traina molte fonderie di alluminio mentre quelle dell’acciaio sono fortemente orientate verso mercato oil and gas. È la prima volta che soffre, non ha mai patito durante gli anni di crisi». In questo contesto l’export, anche indiretto, «resta un obiettivo da perpetrare, unica possibilità di crescita - afferma -. Il mercato interno registra un fabbisogno minimo e per far crescere fatturati e redditività, le fonderie europee devono continuare a puntare sulla produzione ad alto valore aggiunto».

In quest’ottica si spiegano i dati del 2016 relativi al comparto fusorio nazionale forniti da Assofond. L’Italia si conferma secondo Paese produttore di getti dell’Unione Europea (dietro alla Germania), con una produzione di 2,09 milioni tonnellate (+2,8% rispetto al 2015), un fatturato di 6,9 miliardi di euro e l’impiego di circa 28 mila addetti. Nello specifico la produzione ha fatto registrare un incremento per getti ghisa, grigia e duttile (+2,5%, trainati dal mercato dell’automotive) e di metalli non ferrosi (+3,8%, in leggero rallentamento a fronte dei forti aumenti degli anni precedenti), con l’acciaio invece, come spiegato da Squaratti, in sensibile calo (-8,1%).


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