18 maggio 2017
RHO (MI) - Nuovi materiali, nuovi processi, ma, soprattutto, una nuova cultura.
Questo, in estrema sintesi, il messaggio emerso nel corso del convegno di Made in Steel dedicato a «Innovazione e rivoluzione digitale acceleratore di futuro», in cui sono state presentati i risultati del tavolo dedicato all’innovazione del progetto di Siderweb Stati Generali dell’ACCIAIO.
Ad illustrare sia il lungo percorso fatto che le tesi finali del lavoro è stato il direttore generale di Siderweb Lucio Dall’Angelo.
«L’innovazione sarà uno dei principali driver dell’industria siderurgica nei prossimi anni – ha spiegato Dall’Angelo -. Le nuove tecnologie e la digitalizzazione, utilizzate in proprio o in partnership, non sono in sé il cambiamento che permetterà di restare competitivi, ma devono servire a presidiare la trasformazione di prodotti e servizi. Un presidio che andrà mantenuto in una collaborazione verticale lungo la filiera».
Quattro le tesi emerse relative a: nuovi materiali per nuovi beni e prodotti, nuovi processi e nuovi impianti, nuove organizzazioni e nuove figure ed un nuovo approccio, basato su «sharing economy».
A discutere dei risultati emersi in una tavola rotonda moderata dal giornalista de Il Sole 24 Ore Luca De Biase, hanno fornito il loro contributo Antonio Marcegaglia, presidente dell’omonimo gruppo, Marco Bentivogli, segretario generale Fim-Cisl, Alberto Bregante, Ad SMS INNSE Italia, e Carlo Mapelli, professore ordinario di Metallurgia al Politecnico di Milano.
Marcegaglia ha ribadito come gran parte delle innovazioni tecnologiche e delle automazioni siano state affrontate dall’industria siderurgica nella fase 3.0. Il 4.0 si concentrerà molto di più sul rendere sempre più votato all'efficienza lo scambio di dati tra le varie divisioni dell’azienda.
Per Bregante, invece, dal punto di vista dei costruttori di impianti la ricerca si è orientata all’elaborazione di moduli predittivi in grado di anticipare le manutenzioni e rendere maggiormente uniforme la qualità delle produzioni.
Secondo Bentivogli non è l’innovazione a far perdere posti di lavoro al sistema industriale nazionale, ma la sua mancanza. Ne è un esempio il settore dell’elettrodomestico, ormai scomparso nel nostro Paese.
Infine Carlo Mapelli ha ribadito come l’acciaio debba essere pronto ad intercettare l’innovazione, anche attraverso i materiali, con nuovi utilizzi soprattutto sul fronte della sicurezza. Le nuove generazioni di acciai possono continuare a giocare il ruolo dei protagonisti, ma non si deve rimandare l’avvio delle produzioni o si rischia di perdere un treno che non ripasserà più.
Davide Lorenzini
14 ottobre 2024
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