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Da Made in Steel: Ori Martin oltre Leali Steel

Il gruppo guarda oltre la partita sullo stabilimento di Odolo. Inizio 2017: su i carichi, in calo la marginalità

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RHO (MI) - «Con ogni probabilità si andrà ad un’asta e, qualora non dovesse andare per noi a buon fine, di certo non fermeremo la nostra espansione». Roberto De Miranda, manager dell’acciaieria Ori Martin con sede legale a Milano, ma quartier generale a Brescia, commenta da Made in Steel gli scenari futuri che riguardano la partita Leali Steel.

Il gruppo siderurgico aveva messo sul piatto 39 milioni di euro per l’acquisizione dello stabilimento di Odolo (BS) afferente a Leali, parte del gruppo multinazionale Klesch. L’ingresso di Acciaierie Venete nella partita, che nella sua offerta aveva compreso anche il sito produttivo di Borgo Valsugana (TN), ha però rimescolato le carte.

«In qualsiasi modo vada a finire, noi proseguiremo lungo la strada dell’ampliamento, sia interno sia esterno - sottolinea De Miranda -. Leali Steel completerebbe la nostra gamma ma, se non dovesse andare in porto, nei prossimi tempi sicuramente ci muoveremo per qualche altra acquisizione». Aldilà della situazione Leali Steel, con il giudice che ha dato tempo fino al 29 maggio per le integrazioni in vista della praticamente certa asta, per la Ori Martin il 2017 è partito a singhiozzo.

«Il comparto siderurgico sta crescendo e con esso i prezzi - afferma il manager Giovanni Marinoni -. È per noi un momento buono dal punto di vista dei carichi mentre, guardando alla marginalità, siamo meno positivi. Essa si è assottigliata durante questo inizio anno, ma contiamo di riprenderci nei prossimi mesi».

Poco peso invece sul business dell’azienda lo hanno le politiche protezionistiche e i dazi, «anche se guardiamo con favore alla tutela del tessuto produttivo europeo» precisa Roberto De Miranda. Quest’ultimo riserva poi una battuta su Made in Steel, «fiera bella e in crescita. Il nostro business è rivolto all’export e, a Made in Steel, è possibile incontrare tanti player stranieri».


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