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«Grande incertezza, ma il 2025 sarà un anno cruciale»

Per Gozzi, le elezioni tedesche saranno un punto di svolta per il futuro delle politiche industriali europee

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Non solo la partita ex Ilva. Tanti altri sono stati i temi toccati da Antonio Gozzi, intervistato da Emanuele Norsa durante il webinar MERCATO & DINTORNI di siderweb. A partire dalla situazione di mercato.

Il presidente di Federacciai ha sottolineato come i risultati del sondaggio tra i partecipanti al webinar, che hanno indicato prezzi per lo più stabili, evidenzino una difficoltà generalizzata a fare previsioni a fronte di una «grande incertezza».  Quel che è certo secondo Gozzi è che il 2025 sarà «un anno particolarmente importante per capire cosa succederà in un ambiente globale sempre più complicato». E si è detto «moderatamente positivo» sulla risoluzione dei conflitti in Medio Oriente e Ucraina, che avrebbe impatti positivi sul mercato dell’acciaio. La Cina resta un’incognita: la pressione delle esportazioni dal Dragone rischia di spostarsi ulteriormente sull’Europa. Quanto ai dazi promessi da Donald Trump, «non sono pessimista – ha detto Gozzi -. La chiave sarà negoziale. Si aprirà un confronto con l’Europa relativo al tema delle esportazioni europee negli Usa, che eccedono largamente le esportazioni Usa in Europa, e riguardo alle spese per la difesa e le importazioni di gas». E tal proposito, «ancora una volta», non ha mancato di criticare «l’inettitudine della precedente Commissione europea», colpevole di non aver raggiunto con gli Usa l’accordo sul Gassa, dal quale sarebbe nato «un cluster di libero scambio senza dazi».

Le elezioni tedesche, ha aggiunto, rappresenteranno un punto di svolta per il futuro delle politiche industriali europee. E ha sottolineato che «a livello di siderurgia c’è confusione», sia in relazione al tema della scomparsa delle quote gratuite di CO2 sia a un possibile «indurimento» del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), che rischiano di penalizzare il settore europeo, rendendolo meno competitivo.

A proposito di competitività, la necessità di sganciare il prezzo dell'elettricità da quello del gas è un tema prioritario ma «non facile», che presuppone un accordo europeo sul prezzo dell’energia. «Il Governo italiano ha capito che non si potevano attendere decisioni europee e si è dato da fare per mitigare la differenza tra il prezzo pagato dagli energivori italiani e quello pagato in Germania, Spagna, Francia», ha affermato il numero uno di Federacciai, che ha descritto come sviluppi positivi l’Energy release e l’aumento delle compensazioni dell’Ets.

Sul fronte tecnologico, ha ricordato il ruolo del Ceip, consorzio di aziende siderurgiche che con DRI d’Italia ha individuato una possibile area di collocazione per un secondo impianto di preridotto a Ravenna. «Abbiamo esplorato opzioni anche all’estero, in Algeria, in Libia, in Brasile con Vale; andiamo avanti, continuiamo a pensare che il tema delle cariche metalliche sia cruciale per l’elettrosiderurgia italiana, che è un gioiello di decarbonizzazione», ha rimarcato.

Infine, commentando la notizia dell'apertura lo scorso mese di un’indagine della Commissione europea per la possibile applicazione di misure di salvaguardia sulle ferroleghe, Gozzi ha affermato che il tema è delicato va affrontato con grande equilibrio. «Vedo con favore le iniziative volte a favorire sviluppare la produzione di materie prime in Europa, ma il lavoro di potenziamento di queste attività è lungo a causa dei vincoli ambientali e autorizzativi. Nel breve periodo, non dobbiamo dimenticarci di salvaguardare gli interessi degli utilizzatori, che non possono né fare a meno di ferroleghe né strapagarle».


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