
Accordo Usa-Ue, Assofermet: delude la mancata revisione dei dazi su acciaio
Paolo Sangoi: «Si salvano solo le specialities. Ora l'attenzione è sul tema dei contingenti»
28 luglio 2025 Translated by Deepl
Dopo una «lunga e logorante trattativa», Stati Uniti e Ue hanno finalmente raggiunto un accordo in tema dazi. Ma se l’intesa segna la fine di un braccio di ferro durato mesi, le condizioni concordate lasciano perplessi molti operatori del settore siderurgico europeo. Tra questi, Assofermet, l’associazione italiana che rappresenta le imprese della distribuzione e prelavorazione di prodotti siderurgici, che esprime forti riserve sull’efficacia dell’intesa.
«Il dazio del 15% che colpirà un'ampia gamma di prodotti europei, pur rappresentando un compromesso rispetto alle minacce iniziali, avrà comunque un impatto significativo sulla competitività delle nostre esportazioni», dice a siderweb Paolo Sangoi, presidente di Assofermet Acciai. Un impatto reso ancora più pesante dal deprezzamento del dollaro, che Sangoi stima attorno al 15%: «L’incremento effettivo del prezzo dei prodotti europei sul mercato Usa arriva così a circa il 30%».
Il punto più critico resta però la mancata revisione delle tariffe sulle esportazioni europee di acciaio e alluminio, che restano al 50%. Una soglia giudicata «particolarmente deludente», perché rischia di bloccare nuovi ordinativi verso il mercato statunitense. «Con ogni probabilità – osserva Sangoi – verranno mantenuti solo i volumi relativi alle cosiddette specialities, ovvero quelle qualità di acciaio non disponibili nella produzione domestica statunitense e destinate in prevalenza all’industria automobilistica». Ma queste rappresentano «solo una porzione dei quasi 4 milioni di tonnellate esportati ogni anno negli Stati Uniti».
Il presidente di Assofermet Acciai guarda con preoccupazione anche agli effetti indiretti dell’accordo: «I volumi dei principali Paesi esportatori che, a causa dell’inasprimento tariffario, non troveranno più sbocco nel mercato Usa, rischiano di essere dirottati altrove, generando una pressione al ribasso e squilibri competitivi nei mercati alternativi come quello del nostro continente».
Ora i riflettori si spostano su un punto ancora da definire: il sistema dei contingenti. «Guardiamo ora con particolare attenzione al tema dei contingenti, indicato nell’accordo come il prossimo passaggio cruciale per l’eventuale allentamento del regime tariffario su acciaio e alluminio», conclude Sangoi.
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