27 novembre 2020
«Il mercato è fermo. L’emergenza sanitaria e l’esaurimento degli incentivi destinati al mercato fanno crollare gli ordini delle auto e riportano il settore in profonda crisi. Da tutto il Paese giungono segnali allarmanti sulla caduta degli acquisti che, a seconda della zona (gialla, arancione, rossa), si attestano su flessioni variabili, fra il 50 ed il 70%».
Inizia così il grido di allarme e la conseguente proposta di Anfia, l’associazione nazionale filiera industria automobilistica; Federauto, la federazione italiana concessionari e Unrae, l’unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri.
«Le misure adottate in estate – spiegano le tre associazioni – hanno sostenuto il mercato, favorendo una ripresa dei consumi, ma non solo! Come dimostrano i dati recentemente resi noti da Invitalia, il numero delle rottamazioni a partire dall’entrata in vigore di tali misure è cresciuto in maniera esponenziale, confermandone l’efficacia anche sotto il profilo ambientale».
Questi incentivi, ecco la proposta, «devono essere riattivati fino a che l'emergenza sanitaria è in atto. Le condizioni del settore auto sono critiche e senza un for te sostegno per il 2021 è a rischio il 10% del Pil e una parte ingente degli 80 miliardi di gettito fiscale che l'automotive garantisce ogni anno all'Erario dei quali lo Stato ha disperato bisogno, senza contare, soprattutto, le migliaia di posti di lavoro che si perderanno e che si dovranno sostenere con ulteriore cassa integrazione».
Secondo Anfia, Federauto e Unrae, insomma, «non inserire nel testo della prossima Legge di Bilancio fondi adeguati per il rifinanziamento degli incentivi configurerebbe una gravissima perdita sia in termini di strategia economica e di visione ambientale per il nostro Paese».
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