30 ottobre 2014
Brescia – Internazionalizzazione, innovazione e finanza. Sono stati questi gli argomenti principali toccati dai relatori della tavola rotonda che ha animato la seconda parte del convegno Bilanci d’Acciaio. I presenti (Andrea Bassanino – EY, Ernesto De Martinis - Coface Italia, Maurizio Faroni - Banco Popolare, Franco Polotti – ORI Martin, Lodovico Bussolati – SDF e Francesco Manni - Gruppo Manni), moderati da Luca Orlando (Il Sole 24 Ore), hanno infatti approfondito i tre temi. In particolare, Polotti ha sottolineato che una sempre maggior quota di acciaio viene esportata dai produttori italiani. «Sarebbe meglio non vivere di solo export – ha aggiunto – ma per far ripartire il mercato interno è necessario ridurre drasticamente la disoccupazione, per creare un nuovo bacino di consumi. Si può far ciò solo ridando centralità alla produzione e smettendola con l’accanimento fiscale contro le imprese». Francesco Manni ha precisato che «non è possibile esportare l’acciaio oltre certe distanze, ma si possono esportare il know-how e le persone. Per questo motivo il nostro gruppo sta assumendo solo persone disposte a far carriera anche all’estero».
Per ciò che concerne il futuro del comparto, Bussolati ha dichiarato che «si potrà fare impresa solo se si riuscirà a dare al proprio cliente un elemento distintivo che possa portare un vantaggio sul mercato», mentre Bassanino ha detto che questo elemento, ovvero l’innovazione, «è tale solo se è distintivo e concertato con il cliente».
La finanza è stato, poi, un altro tema che ha suscitato l’interesse della platea, come dimostrano i molti tweet e le molte domande arrivate ai relatori. Per gli intervenuti la situazione italiana rimane ancora complicata, ma non mancano alcuni elementi positivi rispetto al 2013. Il primo è stato messo in risalto da De Martinis, che ha rilevato «una decisa diminuzione degli insoluti in Italia nei primi 9 mesi del 2014 rispetto al medesimo periodo del 2013». Faroni, invece, ha segnalato che «un anno fa i problemi principali erano il ciclo economico, le sofferenze bancarie e la scarsa domanda di credito», mentre quest’anno, «pur non essendosi ancora innescato un cambio radicale della congiuntura, «ci sono due segnali incoraggianti. Il primo è l’incremento della liquidità nel sistema ed il secondo è la maggior chiarezza sui requisiti patrimoniali del sistema bancario».
Infine, Polotti ha fatto una digressione sul mercato dell’acciaio. «Si sta creando un divario strutturale tra i costi del minerale ferroso e quelli del rottame – ha concluso -. In quest’ottica mi chiedo: dato che il nostro Paese ha una carenza di gettito di rottame, è ancora possibile gestire questa materia prima in maniera speculativa? Io credo che sia venuto il momento di passare ad una gestione industriale del rottame, che porterebbe benefici a tutta la filiera».
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