2 novembre 2015 di Emanuele Morandi
Lo scorso mercoledì 21 ottobre ricordavo ai presenti e ai collegati via streaming come la scelta della data per «Bilanci d’Acciaio» e per lanciare gli Stati Generali dell’Acciaio non fosse casuale.
Nel famoso film cult «Ritorno al futuro» Michael J. Fox, indisciplinato ragazzo diciassettenne, viene proiettato dal 1985 al 2015 (proprio alle ore 16,29 del 21 ottobre 2015).
Il giovane passeggia stupito nella Hill Valley dove le pompe di benzina sono completamente automatizzate, ci sono degli schermi flessibili che sembrano essere dei tablet e degli occhiali, non così diversi dai Google Glass. Il film ha quindi saputo anticipare alcune innovazioni che sono diventati oggetti comuni e parte delle nostre abitudini di vita.
Anche l’acciaio avrebbe bisogno di una macchina del tempo, ideata dall’amico scienziato del protagonista del film, per capire cosa riserverà il futuro. Quando pensiamo al futuro, l’unica cosa di cui possiamo essere certi è che nascerà dal presente.
E al momento abbiamo solo due certezze. La prima è che continueremo a produrre, distribuire ed utilizzare acciaio (e qui dovremmo approfondire il tema affascinante di quali acciai, per quali utilizzi, in quali quantità e via dicendo). La seconda è che la filiera dell’acciaio sta rispondendo ancora con troppa lentezza alla “Grande Trasformazione” degli ultimi decenni. Ma anche l’Italia e l’Europa (soprattutto) devono muoversi! Perdere la siderurgia (una fetta importante della manifattura) significa erodere la competitività di un sistema paese, significa declino industriale, perdita di posti di lavoro e di ricchezza!
Per questo, dopo aver analizzato i dati di bilancio con il microscopio, abbiamo deciso di allungare la nostra visione con le lenti del cannocchiale (che abbiamo già usato con «Industria e Acciaio 2030»), lanciando gli Stati Generali dell’Acciaio per la primavera del 2016.
Gli Stati Generali dell’Acciaio saranno quindi la continuazione logica di «Industria e Acciaio 2030», la riflessione densa di spunti e di intuizioni che abbiamo presentato durante «Made in Steel» che adesso richiede di trasformarsi da idea strategica in piano d’azione operativo. Coinvolgeremo le Associazioni di Categoria, i decisori politici europei, il Governo, gli Enti territoriali, le Associazioni Sindacali, economisti, la società civile, il mondo delle banche e della finanza, delle università e dei centri di ricerca in una riflessione che, partendo dal fallito piano d’azione per la siderurgia, ridisegni un quadro per la competitività del sistema manifatturiero (e del sistema siderurgico) all’interno delle economie mature. Cercheremo soprattutto di sollecitare le politiche industriali necessarie, cercando di definirne gli impatti in termini economici, ambientali e sociali.
Quindi: SI PARTE per un viaggio che ci porterà nel futuro!
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