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DOSSIER Giuseppe Pasini: «All'orizzonte quattro anni di buona crescita»

Per il presidente Feralpi il 2021 è l'anno della rinascita: obiettivi di sviluppo in startup, rinnovabili e acciaio

È un Giuseppe Pasini visionario e combattivo e, come sempre, animato dalla voglia di continuare a far crescere il Gruppo Feralpi, quello che ha risposto alle domande di siderweb nel corso dell’ultima edizione del webinar “Mercato & Dintorni”. Sollecitato dalle domande di Lucio Dall’Angelo, direttore generale di siderweb, l’imprenditore ha offerto uno sguardo a 360° sulle prospettive di mercato e della siderurgia italiana, aggiungendo anche alcune considerazioni personali.

Mercato ancora in crescita

Sull’attuale congiuntura di mercato il presidente del Gruppo Feralpi ha rimarcato come «la ripresa dei prezzi sia dovuta soprattutto ad un recupero di domanda negli Stati Uniti e Cina, con quest’ultima che era tornata a crescere già nel 2020 quando noi eravamo ancora in piena pandemia. La conseguenza della crescita della domanda è stata l’aumento dei prezzi, con i lunghi che hanno seguito i coils, dal momento che nella catena dei rincari si parte dal minerale per poi arrivare ai coils e al rottame. Ritengo che questo trend di quotazione durerà per l’intero 2021. Non sono invece nelle condizioni di dire se vi saranno ulteriori aumenti, ma credo che le quotazioni si assesteranno a livelli elevati».

L’imprenditore bresciano ha inoltre rimarcato che, sebbene in misura minore, anche l’Europa e l’Italia stanno affrontando un periodo di crescita, «i dati su Brescia dell’ultima trimestrale indicano un recupero del 5,2% che non si vedeva da sei trimestri» ha detto. Inoltre, alcune aziende hanno già ordinativi per il 2022.

Rottame da tutelare

Tornando alle materie prime ed in particolare al rottame, Pasini ha ribadito con forza, a fronte degli obiettivi sfidanti della decarbonizzazione, che il mondo vedrà un «netto spostamento verso il forno elettrico con l’inevitabile creazione di tensioni anche in Italia».

Pasini ha infatti affrontato le possibili evoluzioni allo studio per i nuovi assetti di Taranto e Piombino, dando anche la conferma di essere stato interpellato per studiare una possibile svolta per il polo toscano, «anche se non credo di essere stato l’unico siderurgico a cui è stato chiesto».

«Ho studiato da vicino il piano di riconversione del sito di Taranto e grazie all’utilizzo del DRI credo che l’impatto sul fronte del rottame potrebbe essere limitato. Per Piombino, qualche preoccupazione sulla possibile creazione di squilibri c’è, anche per la vicinanza alle acciaierie del Nord».

Il presidente Feralpi ha ribadito di schierarsi con Eurofer per chiedere con forza all’Europa il posizionamento di barriere all’export di rottame, offrendo invece delle aperture sulle importazioni di coils, e non solo. «È chiaro che, come si chiedono barriere, si debba avere una flessibilità sugli approvvigionamenti - ha detto Pasini -. Non ritengo corretto che lungo la filiera venga a mancare materia prima per poter portare avanti la propria attività come nel caso dei coils, indipendentemente dal prezzo».

Un sistema distorsivo che, Pasini ha evidenziato, non è limitato all’acciaio, ma ha contagiato anche settori come plastiche e microchip, con non pochi problemi anche per la filiera automotive particolarmente importante per la siderurgia. Un fenomeno legato anche alla delocalizzazione di attività strategiche, che per l’imprenditore sarebbe opportuno riportare in Europa.

Recovery Plan promosso a pieni voti

Passando al tema del Recovery Plan il presidente Feralpi si è detto «convinto che avremo davanti a tre-quattro anni di buona crescita. Buona crescita perché abbiamo un sistema industriale pronto a recuperare e a continuare ad esportare. Ben venga un Recovery così con 42 miliardi di euro su digitalizzazione e innovazione, 57 miliardi per la transizione energetica, 25 miliardi per le infrastrutture e la mobilità sostenibile, per arrivare ai 32 miliardi per istruzione e ricerca. Di fronte a questo Recovery dico solo che dobbiamo mettere a terra progetti che possano dare al nostro Paese quell’ulteriore “boost” di crescita di cui ha bisogno. Questo vale anche per le imprese, il Recovery ci deve dare lo stimolo per approcciarci a fare quello che prima non pensavamo di fare, anche sul fronte sostenibilità».

Il gruppo Feralpi vuole crescere ancora

In questo contesto Pasini vede inserito anche il futuro del Gruppo Feralpi che è riuscito a chiudere il 2020 con un output allineato a quello del 2019, anche se il peso dell’anno «di transizione» si è fatto sentire per un 10% sul fatturato, ed in misura maggiore sulle marginalità.

Venendo al 2021 «il primo trimestre è andato discretamente bene e ritengo che quest’anno si candidi ad essere l’anno della rinascita - ha detto l’imprenditore -. Per quanto riguarda i prossimi progetti li stiamo portando avanti nell’ottica della sostenibilità e dell’efficientamento energetico. Mi riferisco anche ad operazioni per nuove startup per l’acquisto dell’energia con investimenti anche nelle rinnovabili. E in questa direzione abbiamo una visione molto aperta e ambiziosa. Vogliamo crescere, vogliamo farlo in maniera sostenibile e all’interno del nostro business di riferimento».

Il tema della quotazione in Borsa di cui si era parlato nel 2019 non è stato accantonato, anche perché per Pasini «è un modo per far crescere ulteriormente l’azienda, non tanto in termini economici ma anche di organizzazione aziendale interna».

Pasini ha chiuso ribadendo come sia l’esperienza in Federacciai sia quella in Confindustria Brescia - che si chiuderà a fine mese con il passaggio del testimone a Franco Gussalli Beretta - lo abbiano fatto crescere come uomo e come imprenditore, soprattutto grazie al confronto con i colleghi, con le istituzioni, con tutte le articolazione del territorio e delle comunità.

«L’invito lo rivolgo ai giovani. Non è vero che le associazioni sono una perdita di tempo. Lì si impara a condividere le esperienze ed allargare il proprio punto di vista, vedendo la propria azienda, e quello che fa, inserita in un mondo più ampio. Alla fine del mio mandato tornerò a fare quello che mi piace fare ed in cui riesco meglio, – ha concluso Pasini – vale a dire il siderurgico».


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