
A cura di EY
L’invio di lavoratori italiani all’estero: pianificazione e gestione dei costi
14 marzo 2014
La crescente integrazione dei mercati, unitamente allo sviluppo dei mercati emergenti, ha spinto le organizzazioni multinazionali ad operare, sempre più frequentemente in mercati diversi da quello domestico. L’esigenza di operare all’estero è molto sentita anche dalle aziende che operano nel settore siderurgico, settore che, come segnalato anche in una recente Survey in tema di mobilità internazionale – “EY Global Steel 2013”, sta vivendo una forte crescita soprattutto nell’area Asiatica. In linea generale, segnaliamo che il costo di un dipendente in assegnazione internazionale di lungo periodo può essere di gran lunga superiore al costo che l’azienda avrebbe sostenuto nel caso in cui il dipendente fosse rimasto nel suo Paese di origine. La comprensione e la conoscenza delle principali variabili di costo legati alla mobilità internazionale dei dipendenti ed un’attenta pianificazione del processo di assegnazione può garantire all’azienda un’ottimale implementazione della stessa ed il raggiungimento delle finalità e degli obbiettivi connessi all’ invio del dipendente all’estero, minimizzando i rischi coinvolti. L’aspetto sicuramente più importante su cui porre l’attenzione è legato alla compliance in generale, ovvero agli adempimenti che l’azienda deve porre in essere al fine di applicare correttamente la normativa fiscale, previdenziale e di immigrazione/autorizzativa sia in Italia che del Paese di destinazione. Occorre evidenziare che la comprensione e la pianificazione della compliance può rappresentare sia un’opportunità di riduzione dei costi (sfruttando le eventuali agevolazioni fiscali che la normativa del Paese di destinazione può offrire) che un aspetto rilevante per la gestione dei rischio aziendale, in quanto un’assegnazione all’estero non pianificata né gestita correttamente può esporre l’azienda al rischio di incorrere sia in sanzioni economiche che in un danno d’ immagine. Da un punto di vista gestionale, l’azienda che invia un proprio lavoratore all’estero deve sicuramente esser pronta anche a gestire aspetti fiscali connessi alla sfera personale del dipendente, come ad esempio, la residenza fiscale del soggetto che deve esse determinata sia in base alla normativa italiana che estera. La corretta gestione di tutti gli aspetti fiscali permette di eliminare o attenuare i rischi collegati alla doppia imposizione. A riguardo, è fondamentale monitorare attentamente i processi e le tempistiche di recupero del credito di imposta per i redditi prodotti all’estero. Grande attenzione deve essere posta sulle eventuali politiche di neutralità fiscale (es. tax equalization, tax protection, netto garantito) che l’azienda può decidere di implementare per gestire nei confronti del dipendente gli effetti di una eventuale doppia imposizione e, più in generale, la variabile fiscale. Dal punto di vista previdenziale, sarà necessario prendere atto del contesto normativo applicabile in base al Paese di destinazione ed in particolare verificare se il lavoratore viene inviato in Paesi che hanno siglato o meno una convenzione di sicurezza sociale con l’Italia (totale o parziale). In base al Paese di destinazione, cambieranno quindi gli adempimenti previdenziali e, in caso di invio in Paesi non convenzionati, si dovrà molto probabilmente considerare il costo legato ad una doppia contribuzione e in alcuni casi continuare a pagare i contributi sociali in Italia e contestualmente adempiere alla disciplina previdenziale dello Stato ospitante. Altra importante variabile è rappresentata dalle voci che compongono il “pacchetto di assegnazione”. In proposito l’operatore dovrà in primo luogo prestare attenzione a strutturare un pacchetto che sia da un lato in linea con le esigenze del dipendente e dall’altro che tenga conto degli obbiettivi e delle strategie aziendali. Non esiste un’unica policy di assegnazione internazionale, ma è opportuno modulare le stesse in funzione del tipo di assegnazione e della strategia aziendale (es. Developmental mobility, Executive mobility, Junior mobility, Tactical mobility, short term travellers, commuters). La fase di pianificazione rappresenta dunque un momento cruciale per il successo dell’assegnazione internazionale in quanto, solo una gestione attenta da parte degli operatori coinvolti consente di massimizzare eventuali opportunità di saving e la minimizzazione (o quanto meno piena comprensione) dei costi connessi.
Fabrizio Cimino
Partner EY – Human Capital
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