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Borsa d’acciaio: 2018 da ricordare per i russi

Negativo il trend generale le aziende siderurgiche quotate. Evraz meglio di tutti +51% da gennaio

Si avvicina la fine di questo 2018 e, come per ogni anno, è tempo di tirare le somme anche per l’andamento borsistico dei titoli siderurgici. O meglio, nel caso specifico, di “valutare le perdite”. In questa analisi, riportiamo l’andamento del campione di titoli osservati e dello Steel Stock Index dal 1° gennaio 2018 al 20 dicembre 2018. I rendimenti riportati sono rendimenti semplici calcolati sui prezzi settimanale di ogni titolo, mentre i grafici riportano l’andamento dei titoli espresso in punti indice dove il valore massimo (100) è attribuito al prezzo del titolo al 1° gennaio 2018.

Annus horribilis per i mercati finanziari, ma soprattutto per le azioni delle società siderurgiche.  Il rendimento dello Steel Stock Index (espresso come media del rendimento annuale dei singoli titoli) è pari a circa il -25% (dal 1° gennaio), peggio delle performance annuali degli altri quattro indici azionari confrontati. Pochissime le aziende che possono dire di aver chiuso un 2018 in positivo: solo otto su 51. Spiccano in positivo le società russe, mentre penalizzate le europee, cinesi e statunitensi.

Analizzando l’andamento annuale dello Steel Stock Index, come unione dei prezzi delle singole azioni che lo compongono, rappresentato in numero indice si nota come l’anno sia stato caratterizzato da un andamento decrescente innescato a partire da febbraio. Infatti, nell’aria già si sentiva l’avvicinarsi di tensioni che prenderanno il nome di dazi. Qualche segno di ripresa c’è stato nei mesi di maggio/giugno e settembre seguiti però da una fase di ribasso tra novembre e dicembre.

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Top e bottom

La corona di miglior titolo siderurgico 2018 se l’aggiudica la russa Evraz con +51% da inizio anno. Quotata a Londra, la società beneficia di ottimi risultati archiviati nei primi sei mesi del 2018 che hanno visto le vendite aumentare di oltre il 65% rispetto allo stesso periodo del 2017, leggero declino nel terzo trimestre, evidenziato anche da un calo delle performance del titolo.  L’anno di Evraz è stato caratterizzato dal lancio della quinta linea di lavorazione delle ruote ferroviarie per soddisfare la crescente domanda interna. Medaglia d’argento alla connazionale Severstal a +22% e medaglia di bronzo all’altra società russa: Novolipetsk a +18%. Per Severstal i primi nove mesi del 2018 si chiudono con +86% di utile netto e vendite in aumento del 15%. La società russa è parte integrante di un'iniziativa per la creazione di uno spazio economico comune tra Lisbona e Vladivostok intrapresa nel 2018 con l’obiettivo di favorire gli scambi, cooperazione e joint venture tra imprese di paesi diversi. Una contromossa rispetto alla politica protezionista degli Stati Uniti. L’anno di Novolipetsk (NLMK) è stato caratterizzato dall’arrivo del nuovo presidente e amministratore delegato Grigory Fedorishin. In attesa dei risultati relativi ai 12 mesi, quelli dei primi 9 mesi vedono un aumento delle vendite del 4% e del 23% dei ricavi.

Dal lato dei peggiori, il primo posto va a Malaysia Steel Works con un pesante -72,5%. L’industria siderurgica malese è forse quella che soffre di più dell’eccessiva capacità produttiva della Cina. Nonostante la Cina abbia già promesso di ridurre l’eccesso di produzione, la Federazione Malese di Iron & Steel Industry (MISIF) ha affermato che i tagli saranno solo ammaccature di fronte alla schiacciante industria che è ancora sovraffollata.

Si ritorna in Europa per il secondo posto: Vallourec a -71%. Il grafico con l’andamento mostra il tracollo subito dal titolo a novembre a seguito dei dubbi sulla stabilità finanziaria della società, in due settimane il titolo aveva perso oltre il 60% del suo valore. Terzo posto tra peggiori per la finlandese Outokumpu a -56%, che a differenza della francese Vallourec, vede un ribasso lento ma stabile del corso azionario. La società finlandese sconta prezzi in discesa dei prodotti mentre vede aumentare il costo della produzione, a partire dagli elettrodi di grafite e dai costi di trasporto. Il risultato dei primi nove mesi vede vendite in leggero aumento ma un Ebitda sceso di circa il 30% rispetto ai primi 9 mesi del 2017.  Secondo le parole del CEO l’incertezza sui mercati dell’acciaio dovrebbe continuare e gli effetti delle misure di salvaguardia provvisorie dell'Ue avranno il loro reale impatto nel bilanciare la situazione delle importazioni solo nel prossimo anno.

Data la mancanza di alcuni dati nella serie storica di Malaysia Steel Works nel grafico che mostra le performance dei migliori e peggiori riportiamo la performance della quarta peggiore: United States Steel (-52%).

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Sotto la lente

Tra i vari accadimenti del 2018, tralasciando i dazi, l’evento più significativo dal punto di vista azionario/finanziario è sicuramente la joint-venture tra Tata Steel e thyssenkrupp. Entrambe le società hanno chiuso con un rendimento negativo: thyssenkrupp a –38% e Tata Steel a -27%. Tra le due, è proprio la prima ad essere entrata nell’occhio del ciclone dopo la notizia di fusione avvenuta a fine giugno. Infatti, per la società tedesca si sono susseguite una serie di dimissioni a partire da quella del CEO Heinrich Hiesinger pochi giorni la conclusione dell’operazione. Il tutto incorniciato da tensioni tra i lavoratori per le future condizioni contrattuali. Un rimbalzo del titolo tedesco è a settembre quando arriva la tanto attesa notizia di scissione delle attività nelle due aree: Industrial e Materials prevedendo quindi la separazione della sezione ascensori, core di thyssen, rispetto alle altre.

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Made In Italy

Vicine geograficamente e anche dal punto di vista dei rendimenti le due italiane. Tenaris chiude a –30% e Danieli a – 29%. A segnare il trend decrescente dei due titoli la congiuntura siderurgica mondiale e la situazione politica italiana. Non a caso le performance si sono deteriorare a partire da settembre/ottobre in linea con l’andamento del FTSE MIB e la questione “spread”. Entrambe le società hanno vissuto un 2018 all’insegna delle questioni legali. Danieli, a metà ottobre, è stata assolta dal reato di frode ma non da quello di esterovestizione, il che comporta una confisca di beni per 30 milioni e una condanna ad un anno e 10 mesi per il presidente Gianpietro Benedetti. D’altra parte, Tenaris soffre oltre che le vicende politiche italiane, soprattutto quelle argentine. Dapprima le questioni monetarie, con il pesos ampiamente svalutato e infine, a dicembre, l’accusa di corruzione per il presidente Paolo Rocca.

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