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Ex Ilva, via alla trattativa esclusiva con Flacks Group

Governo e commissari puntano a chiudere la cessione entro metà 2026. I sindacati attaccano: «Serve ruolo centrale Stato»

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TARANTO – I comitati di sorveglianza di Acciaierie d’Italia e di Ilva, società entrambe in amministrazione straordinaria, hanno dato il loro parere positivo sull’offerta presentata da Flacks Group LLC, con sede a Miami, per l’ex Ilva. Di conseguenza, i commissari straordinari di AdI (Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta, Davide Tabarelli) e Ilva (Alessandro Danovi, Francesco di Ciommo e Daniela Savi) potranno avviare la trattativa in esclusiva per la vendita del gruppo siderurgico.

È l’esito, abbastanza scontato, dell’esame delle proposte depositate entro l’11 dicembre da parte dei due fondi americani: Bedrock Industries e, appunto, Flacks Group con Steel Business Europe, candidatisi a rilevare l’intero gruppo siderurgico in amministrazione controllata.

L’obiettivo di Governo e commissari straordinari ora è quello di completare la cessione degli asset industriali entro il primo quadrimestre 2026 o, al massimo, entro giugno. Ma siamo nel campo delle previsioni che, nella vertenza ex Ilva, sono state quasi sempre disattese.

Anche perché, se da un lato si dovrà intavolare una trattativa che non potrà che coinvolgere anche le organizzazioni sindacali in relazione al piano occupazionale, dall’altro ci saranno da discutere tutti gli aspetti più dirimenti: il piano industriale e le prospettive di qui ai prossimi anni in relazione agli investimenti previsti dal fondo americano; a quanto ammonterà la partecipazione dello Stato all’interno del capitale sociale della nuova società che si andrà a costituire; e quante risorse, eventualmente, il Governo sarà disposto a mettere sul tavolo della trattativa.

Senza dimenticare l’aspetto legato al possibile utilizzo del golden power da parte dell’Esecutivo, oltre al passaggio che prevede la comunicazione dell’operazione all’Antitrust europeo e il relativo via libera all’intera operazione.

Tornando al fondo Flacks Group LLC, qualora le anticipazioni rilasciate dal fondatore del gruppo Michael Flacks in un’intervista a Bloomberg si rivelassero veritiere, la base della trattativa che partirà nei prossimi giorni prevede un piano con 8.500 lavoratori totali, il che comporterebbe 1.200 esuberi rispetto ai 9.741 lavoratori attualmente dipendenti di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, di cui 7.938 a Taranto.

Il fondo americano ha stimato investimenti per 5 miliardi di euro per il complessivo risanamento dell’ex Ilva, con lo Stato che manterrebbe una quota del 40% nell’ex Ilva, che poi Flacks acquisterebbe in futuro per una cifra compresa tra 500 milioni e un miliardo di euro. Flacks – a differenza del gruppo Bedrock – si è presentato solo in seguito al secondo bando e non alla gara lanciata a fine luglio 2024.

È chiaro, dunque, che adesso si giocherà una nuova partita tutt’altro che semplice.

La notizia, attesa, del via libera dei comitati di sorveglianza ai commissari straordinari di Ilva in A.S. e di AdI in A.S. per avviare una trattativa esclusiva con il fondo americano Flacks Group LLC per la vendita degli asset industriali del gruppo siderurgico, ha inevitabilmente comportato la reazione dei sindacati metalmeccanici.

«Apprendiamo che i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e Ilva in amministrazione straordinaria hanno deciso di proseguire il negoziato per l’acquisizione degli stabilimenti in esclusiva con il fondo di investimento americano Flacks Group. È inaccettabile che le trattative avvengano con fondi speculativi alle spalle dei lavoratori. Ora più che mai è necessaria la costituzione di una società a maggioranza pubblica al fine di garantire la continuità industriale per la decarbonizzazione e l’occupazione». Così si è espresso Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, in merito alla procedura di vendita dell’ex Ilva.

«La scelta da parte dei commissari dell’ex Ilva di ritenere migliore l’offerta presentata da Flacks Group ci preoccupa per molti aspetti. In primo luogo, perché si tratta, di fatto, dell’unica proposta presentata per l’acquisto dell’intero gruppo ex Ilva. Inoltre, si tratta di un fondo di investimento, senza alcuna solidità industriale e che, per di più, non si è mai occupato di acciaio. Infine, perché non vi erano offerte da parte di soggetti industriali siderurgici e non abbiamo dettagli sul piano industriale presentato, se non titoli o indiscrezioni di giornali e agenzie. Prima dell’avvio della trattativa in esclusiva con Flacks, chiediamo ai commissari e al Governo un urgente incontro a Palazzo Chigi, alla presenza del Presidente Meloni, per conoscere tutti gli aspetti occupazionali, ambientali e industriali dell’offerta presentata e le motivazioni che hanno portato a questa decisione». Questo invece il pensiero di Rocco Palombella, segretario generale Uilm.

«Noi non tollereremo la presentazione di pacchi preconfezionati, da prendere o lasciare. Vogliamo negoziare il piano industriale, gli investimenti ambientali e tecnologici, i livelli occupazionali, il ruolo dello Stato e le garanzie per i lavoratori e le comunità interessate. Una cosa è certa: non lasceremo il destino di 20mila lavoratori nelle mani di un fondo di investimento. È fondamentale un ruolo centrale dello Stato nella futura società, con poteri effettivi e vincolanti per garantire la decarbonizzazione, il risanamento ambientale e la piena tutela occupazionale dei lavoratori diretti, dell’appalto e in Ilva A.S. Sarebbe nefasto e intollerabile ripetere gli errori del passato. Vogliamo discutere immediatamente di ogni aspetto con Governo e commissari perché, nel frattempo, la situazione negli stabilimenti è drammatica, con lo spegnimento progressivo degli impianti, con il nuovo rigetto della Procura della richiesta di dissequestro dell’Afo1 e, senza piani alternativi, l’avvicinarsi della chiusura definitiva dal primo marzo prossimo», ha concluso il segretario generale della Uilm.


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