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Coils e tubi saldati: «Ultimo trimestre sarà spartiacque»

Secondo Paladini (Marcegaglia) gli effetti sul mercato di nuova Salvaguardia e Cbam porteranno a ciclo positivo

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Dopo tre trimestri complessi, gli ultimi tre mesi dell’anno rappresenteranno uno «spartiacque» per i mercati italiani ed europei dei coils e dei tubi saldati. Questa, in sintesi, la visione espressa da Enrico Paladini (Chief Commercial Officer Welded Tubes di Marcegaglia Carbon Steel) rispondendo alle domande di Stefano Ferrari (responsabile Ufficio Studi di siderweb) durante il webinar MERCATO & DINTORNI dal titolo «Acciai piani al carbonio sotto la lente» di questa mattina

Nei primi nove mesi dell’anno il mercato dei coils italiano ed europeo «è stato caratterizzato dalla debolezza sia della domanda reale che di quella apparente. Abbiamo assistito nel 2025 a un percorso on-off, con la costante della contrazione delle richieste. Tuttavia, ci sono stati dei minicicli, a seconda delle aspettative e sulla base della fiducia degli operatori». Pertanto, nella prima parte dell’anno «la fiducia sulla ripresa dei prezzi, legata alle aspettative di revisione della Salvaguardia e sull’effetto dei dazi antidumping sui coils a caldo, ha portato a un reale incremento di 60-70 euro la tonnellata», ha spiegato il Chief Commercial Officer Welded Tubes di Marcegaglia Carbon Steel. Tuttavia, da maggio questa fiducia è venuta meno e si sono create delle condizioni d’incertezza, «ovvero la lettura non puntuale delle possibili modifiche alla Salvaguardia e soprattutto la batosta rappresentata dai dazi al 50% imposti da Trump su acciaio e sui prodotti che lo contengono. Da qui il prezzo è sceso fino ai primi di luglio, con gli indici che hanno registrato cali anche di 80-90 euro. La consapevolezza di aver raggiunto il bottom a livello internazionale e le aspettative delle azioni contenute nello Steel Action Plan europeo hanno fatto sì che i cali si fermassero e, da metà luglio, il mercato è entrato in una fase di stallo, per certi versi positiva, in attesa del nuovo strumento prossimo all’annuncio il 7 ottobre», ha aggiunto Enrico Paladini.

Per i tubi saldati i primi tre trimestri del 2025 sono stati «attraversati da una costante e da diverse variabili. La costante è purtroppo relativa al trend negativo dei consumi e di conseguenza della domanda reale, che si avvicina gradualmente ai valori più bassi degli ultimi 10 anni e cioè il 2015». Secondo Paladini, i comparti che hanno performato meglio ad oggi sono stati quelli delle infrastrutture, delle rinnovabili e dell’oil and gas, mentre l’automotive, il consumer goods e la meccanica si sono confermati in grande sofferenza. Ad incidere sulla domanda apparente e sui volumi sono state variabili quali «la crescente tendenza globale al protezionismo, le politiche dei dazi in Usa, la forte volatilità del dollaro e la grande incertezza legata a temi di carattere geopolitico. Fattori che hanno inciso sulla fiducia e sull’attitudine all’acquisto dei buyer europei e hanno portato ad un drastico calo dell’export Ue di tubi saldati, con una propensione all’acquisto piuttosto frenata nel corso di tutti i trimestri», ha continuato il manager.

Gli ultimi tre mesi del 2025 possono, quindi, essere considerati «lo spartiacque tra due cicli storici: si chiude definitivamente la globalizzazione a favore della progressiva regionalizzazione dei mercati». In particolare, a contribuire a questo cambiamento ci saranno «le misure varate dalla Commissione europea a sostegno del settore siderurgico con lo Steel Action Plan, ma soprattutto saranno definiti due strumenti il cui impatto sui flussi internazionali e di conseguenza sui prezzi sarà rilevante». Questi saranno rispettivamente la nuova Salvaguardia e i meccanismi per il calcolo del Cbam e con la loro entrata in vigore, «una volta compresi i potenziali impatti dei due strumenti, i prezzi e di conseguenza il consumo apparente potranno entrare in un ciclo decisamente positivo. Si stima che l’effetto combinato di queste due misure ridimensionare a tendere le importazioni tra il 30 e il 40%. Come detto, l’atteso incremento delle quotazioni porterà inevitabilmente un aumento della domanda apparente; tale scenario potrebbe già manifestarsi nelle prossime settimane», ha concluso Enrico Paladini.


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