
Ferroleghe: attesa per la Salvaguardia Ue
Manzaro (Forsteel 2.0): «Incertezza e scarsa domanda pesano sull’andamento del comparto»
1 luglio 2025 Translated by Deepl
Incertezza, scarsa domanda e attesa per le decisioni sulle misure di Salvaguardia europee. Fattori che stanno influenzando il comparto e stanno sostenendo i prezzi delle ferroleghe. Un quadro complicato e sfaccettato quello descritto da Leonardo Manzaro (presidente e amministratore delegato di Forsteel 2.0), rispondendo a Stefano Ferrari (responsabile Ufficio Studi di siderweb), durante il webinar MERCATO & DINTORNI di questa mattina dedicato all’analisi dell’attualità e delle prospettive del rottame e delle ferroleghe.
Nel primo semestre dell’anno le ferroleghe hanno avuto un andamento in linea con le produzioni di acciaio: «I prezzi delle bulk (di massa, ndr) ad inizio 2025, ovvero tra gennaio e febbraio, erano circa ai prezzi attuali, ma tra marzo e maggio abbiamo assistito ad un aumento e quindi c’è stata una discesa delle quotazioni che le ha riportate ai primi mesi dell’anno. Questo andamento lo abbiamo riscontrato anche nelle ferroleghe nobili, a parte il tungsteno che ha avuto incrementi consistenti perché è una delle componenti utilizzate nel comparto bellico e della difesa, che hanno avuto un certo incremento della domanda a causa dei conflitti in corso». Come avviene per la produzione di acciaio, anche per le ferroleghe «sta facendo la differenza la componente energia», ha evidenziato Manzaro.
In prospettiva, le sorti della seconda metà dell’anno saranno legate «a questioni esogene alla produzione e al mercato». A preoccupare il settore, in particolare, è «la spada di Damocle rappresentata delle misure europee di salvaguardia sulle ferroleghe, che dà una grande incertezza anche sui prezzi. Nonostante il dollaro debole, un calo della produzione di acciaio e consumi bassi, non abbiamo assistito alla contrazione che solitamente si verifica. Infatti, proprio la grande incertezza del contesto internazionale, che impedisce ai trader di dotarsi di scorte, e il comportamento delle acciaierie, che non fanno più magazzino preferendo il materiale in pronta consegna, sono i fattori che stanno sostenendo le quotazioni delle ferroleghe». A causa di questo, «certi ordini non vengono accolti perché il trading non è grado di garantire la consegne just in time».
Settore che è in attesa dell’esito dell’indagine di salvaguardia avviata a gennaio dall’Unione: «È un grosso punto di domanda. Non sappiamo a che punto siamo e la stessa Ue, che doveva esprimersi già nei mesi scorsi, ha rimandato l’esito a settembre. Nel frattempo, stanno però uscendo notizie contrastanti, sia per quanto riguarda la possibilità di dazi sia su eventuali contingenti», che non fanno altro che aumentare il setiment d’incertezza. E in questo momento di «nebbia totale, non possiamo fare altro che aspettare la decisione europea».
Accanto a questo, un altro fattore è la politica commerciale degli Stati Uniti, con un presidente «talmente repentino e volubile che, destabilizzando i mercati, non permette di fare previsioni e di programmare sia le nostre attività che le consegne». Una serie di fattori, compresa la questioni delle difficoltà dell'attraversamento del Canale di Suez, che sommandosi tra loro stanno causando «uno dei periodi più difficili degli ultimi anni».
Per il settore, uno dei potenziali fornitori potrebbe diventare l’Iran, «grande produttore di ferroleghe e in particolare di ferrosilicio e ferrocromo. Storicamente gli acquisti da questo Paese sono stati spesso limitati da restrizioni ed embarghi ma, con la possibilità che questi lacci possano essere allentati, potrebbe rivelarsi un’opportunità per l’entrata di materiali nella Comunità europea e soprattutto in questi anni di grande volatilità».
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