8 maggio 2025 Translated by Deepl
Rho (Mi) - Il convegno “Rottame: disponibilità e prezzi, le sfide del futuro” organizzato da siderweb ha offerto una panoramica sul mercato del rottame, mettendo a confronto i punti di vista di utilizzatori, distributori e trader, rappresentati rispettivamente da Giordano Simeoni (purchasing manager di Duferco Travi e Profilati), Romano Pezzotti (presidente di Fersovere) ed Ennio Busseni (managing director di EFB Trading).
A introdurre i lavori è stato Stefano Gennari (siderweb), che ha analizzato l’andamento del mercato del rottame turco, da sempre riferimento per i prezzi a livello mondiale. «Dopo un rialzo significativo dei prezzi del rottame fino a 380 dollari la tonnellata, la corsa si è fermata a metà marzo, con l'instabilità finanziaria e valutaria dovuta all'arresto del sindaco di Istanbul, ma anche per effetto della pausa del Ramadan» ha spiegato Gennari. Da quel momento, i prezzi sono rimasti stabili per poi crollare, complice la debolezza della domanda di acciai finiti. Attualmente ci sono segnali di una possibile ripresa, ma resta da capire se sarà effettivamente sostenibile. Guardando all’Italia, invece, nel primo trimestre del 2025, i prezzi del rottame hanno registrato una crescita contenuta. Tuttavia, aprile ha mostrato i primi segnali di rallentamento: si è trattato di un mese corto, con consumi bassi e poca attività produttiva.
Commentando l’analisi di Gennari, Simeoni si è trovato sostanzialmente d’accordo, aggiungendo che per maggio si prevede un calo di 30-40 euro la tonnellata rispetto ai livelli di aprile. Per Pezzotti, però, il calo registrato ad aprile è «fittizio, dovuto alla flessione in Turchia e all’approvvigionamento strategico con navi dall’estero». «Il vero nodo è la carenza strutturale di rottame, che mantiene i prezzi su livelli elevati. La domanda riprenderà e i prezzi torneranno a salire», ha aggiunto. Busseni ha invece evidenziato come il calo in Turchia sia anche legato alla sostituzione del rottame con billette importate. Tuttavia, si intravedono i primi segnali di inversione: «In Turchia c’è chi parla già di ripartenza, forse il fondo è stato toccato».
È stato poi affrontato il tema critico dell’export di rottame. «Non è vero che in Turchia mandiamo materiali scadenti – ha detto Busseni –. Si esporta perché i prezzi sono migliori». Tuttavia, con la crescita della domanda interna e gli investimenti in nuovi forni ad arco elettrici, sarà sempre più difficile mantenere i flussi in uscita. Simeoni ha aggiunto che dal 2026 entrerà in vigore il nuovo regolamento europeo sulle spedizioni di rifiuti (Waste Shipment Regulation), che obbligherà a verificare le condizioni ambientali dei Paesi destinatari. Un passo positivo, ma «servono regole comuni per lavorare ad armi pari con gli altri Paesi».
In uno scenario segnato dalla scarsità di rottame, si guarda con interesse a soluzioni alternative, come Hbi o Dri. Alcuni produttori italiani già lo utilizzano con buoni risultati, anche se restano sfide aperte legate a costi, disponibilità e tecnologie.
Tra le criticità principali del settore, sono state segnalate la carenza di ghisa (a causa dell’esaurimento della quota russa) e le difficoltà logistiche. Inoltre, la qualità del rottame raccolto si starebbe impoverendo, presentando più contaminazioni.
Sarah Falsone
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