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Acciaierie Venete: siderurgia high tech e sostenibile

Il gruppo ha investito in due nuovi impianti a Sarezzo e Padova per abbattere le emissioni

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RHO (Mi) – Nuovi progetti, tecnologicamente all’avanguardia, per soddisfare un mercato in continua evoluzione e rispondere alle esigenze di sostenibilità e sicurezza dei lavoratori. E dimostrare che l’idea delle acciaierie come luoghi “sporchi e pericolosi” è ormai superata dalla realtà di stabilimenti in cui l’ambiente di lavoro è salubre, sicuro per chi ci lavora, con impianti robotizzati controllati a distanza dalla control room e tecnologie che consentono di abbattere le emissioni. È la direzione imboccata da tempo da Acciaierie Venete, uno tra i più qualificati produttori nel mercato europeo degli engineering steel anche grazie a due recenti investimenti strategici per il rinnovamento degli impianti, presentati a Made in Steel in una conferenza alla Steel Talking Arena.  

Acciaierie Venete produce 2 miloni di tonnellate l’anno di acciaio con un valore economico di circa un miliardo e mezzo e serve settori come l’automotive, il movimento terra, la trattoristica, l’agricoltura. Ogni anno pubblica il bilancio di sostenibilità e ha un piano di decarbonizzazione.

A inizio 2025 nello stabilimento di Sarezzo, in provincia di Brescia, è stata avviata una nuova linea vergella alimentata dal laminatoio esistente: produrrà rotoli di vergella in qualità, coprendo la gamma di diametro D 5,5-25 mm a una velocità fino a 110 m/s, andando ad ampliare così il portafoglio prodotti dell’azienda. A gennaio 2025, per lo stabilimento di Padova è stato siglato un contratto di fornitura e installazione di un forno ad arco elettrico, che sarà installato l’anno prossimo – la cantierizzazione sarà questa estate – con relativo impianto di adduzione ferroleghe e trattamento fumi di nuova concezione. L’impianto consentirà ad Acciaierie Venete di produrre 750mila tonnellate l’anno. Il progetto prevede l’installazione di pacchetti tecnologicamente avanzati che permetteranno di produrre acciaio applicando il concetto di “zero man around” – ovvero non ci saranno operatori che gireranno attorno al forno – con una significativa riduzione di consumi e conseguentemente di emissioni. «Sono i due progetti principali ai quali stiamo lavorando a livello impiantistico in questo triennio – premette Matteo Zaltron, direttore tecnico di Acciaierie Venete –. Stiamo implementando un impianto di produzione di vergelle a Sarezzo dove abbiamo già un’acciaieria e un laminatoio. A Padova - prosegue - abbiamo attivato un progetto di rinnovamento dell’acciaieria, con il rifacimento del forno fusorio. Puntiamo sulla riduzione molto forte delle emissioni di polveri e CO2 e a rispondere alle esigenze future del mercato». Il partner tecnologico dei progetti è il Gruppo Danieli che ha realizzato i due impianti.

«L’impianto vergella di Sarezzo può raggiungere una produttività di 80 tonnellate l’ora. Produce una vergella liscia – entra nel dettaglio Simone Concina, vicepresidente Technical Sales di Danieli Morgärdshammar –. È stato installato un robot per manipolare gli anelli che velocizza le operazioni e garantisce maggiore sicurezza agli operatori. Grazie al blocco calibratore è possibile completare tutti i prodotti nel blocco stesso, massimizzando le operazioni e riducendo i costi operartivi. Il tappeto di raffreddamento lavora in base alla gamma di acciaio che si sta producendo. La stazione di confezionamento ha due presse verticali che permettono di confezionare matasse singole e doppie». Aldo Tellatin, executive vice president di Danieli Centromet entra nel merito del revamping dello stabilimento di Padova: «Abbiamo fornito un nuovo forno elettrico ad arco che sposa il concetto di "zero man around", mettendo al primo posto la sicurezza – precisa –. Con un sistema laser scanner abbiamo ricostruito l’area tecnologica originaria e questo ci ha consentito di produrre disegni del nuovo impianto in tre dimensioni e molto precisi. Il forno sarà sollevato rispetto al precedente di due metri». 


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