27 maggio 2025 Translated by Deepl
Intervistato da Stefano Ferrari (Ufficio Studi siderweb) durante il webinar “Focus Specialties - Acciai speciali lunghi verso il secondo semestre” di siderweb, Giovanni Bajetti, direttore commerciale e marketing di Acciaierie Venete, ha offerto una panoramica sull’andamento del mercato degli acciai lunghi speciali nei primi cinque mesi del 2025, evidenziando le criticità ancora presenti, ma anche alcuni segnali incoraggianti.
Secondo Bajetti, i primi mesi dell’anno sono stati divisi in due momenti distinti: gennaio e febbraio hanno proseguito la tendenza negativa che aveva caratterizzato l’ultimo trimestre del 2024, mentre a partire da marzo si è cominciato a intravedere un lieve miglioramento. Un cambiamento di clima, ha detto, è stato percepito con più evidenza durante Made in Steel, dove è emersa una convinzione diffusa che il peggio fosse passato.
In termini di performance, Acciaierie Venete si colloca al momento in linea o leggermente al di sotto delle previsioni stabilite nel piano triennale e nei budget operativi. L’Italia starebbe mostrando segnali più solidi di ripresa, mentre in Germania, dopo un secondo semestre 2024 particolarmente difficile, si starebbero manifestando segnali interessanti di cambiamento. Qui il sentiment - ha spiegato ancora Bajetti - è tornato positivo, favorito da elementi come il cambio di Governo, l’allentamento dei vincoli sul debito e l’annuncio di nuovi investimenti pubblici.
Un punto critico toccato durante l’intervista riguarda l’incremento delle importazioni, in particolare dalla Cina. Secondo il manager di Acciaierie Venete, affidarsi a fornitori extra Ue comporta rischi operativi per i commercianti, dovuti, per esempio, a tempi di approvvigionamento molto lunghi, che rendono difficile la gestione delle scorte. Inoltre, la Cina e gli altri Paesi asiatici non sono in grado di fornire gli acciai a capitolato e quelli che richiedono caratteristiche o omologazioni, che rimarranno quindi ancorati all’industria europea. Per questo, secondo Bajetti, nel medio periodo si tornerà a un nuovo equilibrio.
Bajetti ha poi evidenziato che la contrazione del mercato ha spinto tutti gli attori – produttori, distributori e commercianti – a difendere le proprie quote, spesso invadendo i ruoli altrui. Mentre i produttori hanno già iniziato una transizione verso una gestione basata su marginalità e sulla sostenibilità della produzione, la parte finale della filiera continua a inseguire i volumi, anche in un mercato che non li assorbe più. Per Bajetti, la vera sfida è proprio qui: senza un adattamento collettivo al nuovo scenario, sarà difficile ristabilire un equilibrio stabile tra le diverse funzioni della filiera.
Guardando all’evoluzione del mercato degli acciai speciali lunghi, Bajetti ha sottolineato come la situazione vari molto tra i diversi comparti. Tra i settori più vivaci ci sono la forgia e, in misura minore, le macchine agricole e movimento terra. L’automotive, invece, resta in affanno, anche se sembra essersi interrotto il progressivo peggioramento degli ultimi mesi. Questi segnali timidi ma costanti di ripartenza potrebbero rafforzarsi nel secondo semestre, secondo Bajetti: «Sarà proprio l’ultimo scorcio dell’anno a fare da indicatore per il 2026: non ci si attende una ripresa esplosiva, ma una lenta e progressiva ricostruzione della dinamicità del mercato».
Infine, le recenti acquisizioni di Euro Sider Scalo e Trafilerie San Paolo rappresentano una conferma della strategia di verticalizzazione controllata di Acciaierie Venete. «La filosofia dell’azienda è infatti di intercettare realtà esistenti, evitando di creare nuove capacità produttive o alterare gli equilibri del mercato», ha spiegato Bajetti.
Sarah Falsone
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