13 marzo 2025 Translated by Deepl
Sono cinque i temi principali che l’acciaio europeo ha portato sul tavolo di Ursula von der Leyen lo scorso 4 marzo, nel corso della prima riunione del Dialogo strategico sul futuro del settore siderurgico avviato dalla Commissione: decarbonizzazione, energia, rottame, trasporti, Salvaguardia. A spiegarlo nel corso di siderweb on air, questa mattina, è stato uno degli industriali italiani (insieme a Riva) seduti a quel tavolo, Giuseppe Pasini, presidente di Feralpi Group.
Se sui temi energia, materie prime, Salvaguardia c’è consenso unanime, su quello dell’acciaio verde – ha detto Pasini – c’è un certo disaccordo tra i produttori rappresentati da Eurofer. «La produzione da altoforno vorrebbe, attraverso un particolare sistema di certificazione e l’utilizzo del Dri, avere le stesse certificazioni di quella da forno elettrico. Ovviamente noi, come Federacciai, ci siamo opposti a questo, dichiarando che oggi l’acciaio più sostenibile è quello da forno elettrico e non quello che si produce con il preridotto, che deriva dal minerale. E su questo punto Eurofer non ha ancora preso una posizione» e ci sarebbe «grande contrapposizione». «Questo è un allarme che bisogna lanciare – ha puntualizzato -, perché noi come Federacciai, come siderurgia italiana, siamo i più sostenibili. Dobbiamo farlo pesare, anche sul tavolo della Commissione europea».
In chiave di decarbonizzazione, ha detto ancora Pasini, «sposare oggi l’idrogeno è un grandissimo azzardo. Ma è altrettanto vero che, in questo momento, ci sono sussidi molto importanti. Sono particolarmente sensibile a questa tema: noi in Germania abbiamo fatto una serie di investimenti negli ultimi 2 anni, per circa 220 milioni di euro, e abbiamo ricevuto 3,5 milioni di sussidi sulla ricerca. Oggi, invece, le grandi aziende vengono sussidiate, perché il sistema delle grandi imprese è in crisi profonda, non riescono ad andare avanti senza il sostegno dello Stato».
Quanto al rottame, che il tema sia arrivato in Commissione europea secondo Pasini «è una vittoria di Federacciai. Ci stiamo battendo da anni perché non escano dai confini i 18-19 milioni di tonnellate di rottame europeo che sono oggi destinati per il 60% in Turchia e per il resto in India e altri Paesi. Se vogliamo veramente parlare di green steel, questo rottame, che è la nostra miniera, lo dobbiamo mantenere al nostro interno. E su questo l’Ue è in grande conflitto: non puoi chiedere di decarbonizzare e poi lasciare che la tua materia prima strategica venga esportata». È necessario, secondo Pasini, «vincere le lobby dei grandi commercianti del Nord Europa che esportano questo prodotto e tutelare quindi il sistema manifatturiero. È una battaglia che stiamo portando avanti e, vi dico, non è detto che la vinceremo. È un problema molto sentito in Italia, perché sappiamo che un terzo del nostro rottame lo dobbiamo importare in parte dall’Europa, in parte da fuori».
30 aprile 2025
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