4 aprile 2023
Le prospettive per il mercato dei tubi sono positive, tenuto conto delle opportunità che si stanno sviluppando grazie al processo di transizione verde. Su questo sono concordi sia Giovanni Pighi, CEO di Tubi Acciaio Lombarda (TAL), sia Martijin van Eck, procurement manager Europe di Van Leeuwen Pipe and Tube Group, entrambi intervenuti nell'ultimo webinar MERCATO & DINTORNI di siderweb.
Giovanni Pighi: domanda e portafoglio ordini in crescita nei primi mesi del 2023
Si è detto soddisfatto di come è iniziato il 2023 Giovanni Pighi, CEO di Tubi Acciaio Lombarda (TAL), tra le più rilevanti realtà europee nel settore della distribuzione di tubi in acciaio. «Vediamo una domanda in aumento e un portafoglio ordini in crescita sia rispetto ai mesi precedenti sia rispetto al primo trimestre del 2022», ha spiegato. Dal punto di vista dei prezzi, tuttavia, i tubi senza saldatura (prodotto sul quale TAL è specializzata), dopo aver raggiunto un picco attorno a maggio 2022, «hanno intrapreso una discesa che continua ancora oggi. Rispetto al tubo saldato, però, non c’è stato un crollo». Per il prossimo futuro, Pighi si aspetta un ulteriore storno dei prezzi a fronte del fatto che «da parte dei produttori vedo una capacità ancora importante e consegne brevi».
Al momento tra i settori utilizzatori che stanno dando maggiori soddisfazioni vi è «quello legato alle energie rinnovabili, in particolare eolico e solare», mentre il meno performante è «quello relativo al mondo dei produttori di raccordi a saldare».
TAL ha iniziato da qualche anno anche ad ampliare la propria gamma ai tubi in acciaio inox, «partendo da gradi base, i 304, 316 e 321 saldati e senza saldatura e, più recentemente, mettendo a magazzino anche i tubi in acciaio duplex». Pighi si è detto felice della scelta: «Nell’inossidabile i nostri volumi stanno aumentando di anno in anno. Questo per noi è diventato un prodotto strategico sul quale punteremo anche nei prossimi anni». Al punto che «nei prossimi anni i volumi potrebbero anche andare in qualche caso a discapito dell’acciaio al carbonio», anche in funzione di una «crescita della domanda legata al discorso della sostenibilità, così come la necessità di realizzare nuovi impianti legati ad acquedotti recupero delle acque, dei rifiuti ecc. In realtà lo abbiamo riscontrato già di recente, cioè dallo scoppio della guerra russo-ucraina».
Sul ruolo della distribuzione, Pighi ha affermato che nulla è cambiato in termini di richiesta di dimensioni e gamma: «Medie e piccole dimensioni fanno ancora il grosso del nostro fatturato». A cambiare è stato il servizio verso i clienti che è costantemente migliorato. «Questo ha significato ampliare sempre di più la gamma dei prodotti offerti». Anche perché «da parte dei clienti si vedono richieste sempre più diverse e restrittive rispetto agli standard, pertanto ci siamo adoperati da qualche anno di nostre specifiche di acquisto in modo da fornire pacchetti completi: non solo il tubo; nella maggior parte dei casi anche una consegna dal pronto». Tra la categoria di prodotti nei quali TAL vorrebbe rafforzarsi in futuro c’è la raccorderia: «Già oggi in Olanda abbiamo uno stock abbastanza fornito, però nel prossimo futuro cercheremo di completare i nostri servizi con questi prodotti anche in Italia». È anche «possibile che la distribuzione debba un po’ reinventarsi in futuro, anche se non nell’immediato. Recentemente è capitato infatti che un cliente, pur sapendo che siamo distributori puri, ci chiedesse di fornirgli un piping già completo».
Quanto alle controllate estere del gruppo – TAL è presente anche nell’area Asia Pacific, in Nord Europa e nei Paesi del Golfo – Pighi ha sottolineato che «tutti i segnali sono positivi, specialmente nelle ultime settimane. Innanzitutto, la domanda è in ripresa e di conseguenza lo sono anche i fatturati». Di conseguenza, «non possiamo che essere ottimisti e prevedere che anche il 2023 sarà per noi un anno di soddisfazioni». Tornando all’Italia, gli unici elementi di rischio che il CEO di TAL rileva sono l’aumento del costo del denaro e l’inflazione. «Dovremo fare maggiore attenzione, perché ci saranno sicuramente più problemi per qualche cliente dopo anni in cui i costi sono aumentati sensibilmente. Per noi vorrebbe dire fare della selezione su determinati clienti e mercati in un momento in cui la domanda non è esuberante».
Martijin Van Eck: prospettive positive per il comparto energia
Variegato, con delle marcate differenze a seconda non solo dell’area geografica ma anche dei settori utilizzatori. Così Martijin van Eck, procurement manager Europe di Van Leeuwen Pipe and Tube Group, ha descritto il mercato dei tubi, nel quale la sua azienda opera come distributore globale da quasi cent’anni. Mentre i mercati australiano e statunitense appaiono ancora forti all’inizio del 2023, in Europa «i clienti che hanno a che fare con gli end user direttamente stanno riducendo la domanda e non sono così ottimisti al momento». È ciò che si rileva in Paesi come Belgio, Francia e, seppur con qualche differenza, in Svezia, mentre altri mercati nei quali Van Leeuwen è presente, come Germania e Svizzera, stanno mantenendo i volumi stabili. L’Europa per Van Leeuwen è il principale mercato, nel quale l’azienda ha ampliato la sua presenza nel 2019 attraverso l’acquisizione di Benteler Distribution. Un’operazione che secondo van Eck si sta mostrando vincente soprattutto nel Regno Unito. Quanto ai diversi settori utilizzatori, il procurement manager ritiene che le prospettive siano positive per il comparto dell’energia in Europa, in Asia e negli Usa. I cambiamenti in questo stesso settore «stanno facendo emergere nuovi progetti, come le pipeline per il trasporto per l’idrogeno, i terminal per GNL, gli investimenti per il nucleare. È in questi segmenti che ci aspettiamo di vedere i migliori risultati nei prossimi anni». Ma anche nell’oil & gas potrebbero partire presto nuovi investimenti dopo che questi «sono mancati negli ultimi anni a causa di una domanda relativamente bassa sia per la crisi coronavirus sia per la spinta alla decarbonizzazione».
Van Leeuwen Pipe and Tube Group è presente, benché in modo marginale, anche in Italia, dove è focalizzato nei segmenti dell’idraulica, dell’automotive e del process & power. Il primo trimestre è stato positivo, ma ora «alcuni clienti stanno subendo crescenti pressioni in quanto sono schiacciati tra le scarse richieste dei propri clienti e l’incremento dei costi. Sono alla ricerca di alla ricerca di alternative per migliorare i margini e ci aspettiamo poi che gli investimenti dell’industria e i consumi rimarranno sotto pressione per il resto del 2023» ha spiegato van Eck.
Sulle prospettive del settore europeo dei tubi, Martijin van Eck ha ricordato che «molti produttori hanno chiuso o si sono fusi negli ultimi anni, l’inventore dei tubi senza saldatura sta lasciando l’Europa». Allo stesso tempo, ha continuato, «vediamo un aumento del protezionismo in Ue, sotto forma di misure antidumping, Salvaguardia e CBAM, che rendono difficili le importazioni». Oggigiorno «è difficile fare previsioni, perché ci sono tanti fattori mutevoli. Ora siamo tornati a discutere di banche, ma ci sono anche gli eventi terribili che hanno colpito la Turchia e che stanno avendo un impatto sul mercato». Ciononostante, van Eck ritiene che, poiché i produttori siderurgici stanno riaccendendo altiforni che avevano fermato nei mesi scorsi, «ci sarà una maggiore pressione sui prezzi, mentre non ci sarà un incremento della domanda nei prossimi mesi».
Nel processo di transizione verde dell'Ue, i tubi avranno un ruolo fondamentale secondo van Eck. «Gli impianti eolici, le pipeline per l'idrogeno, le strutture per l'energia solare sono solo alcuni esempi di applicazioni». Il procurement manager ha sottolineato tuttavia che «con tutti gli investimenti di cui la siderurgia necessiterà, come la trasformazione da altiforni a forni elettrici e DRI, l'acciaio non potrà divenire più economico, questi costi dovranno essere pagati dalla filiera». Ad oggi però «non è ancora chiaro quale valore, quanti euro in tonnellata il mercato sarà disposto a riconoscere per il minor impatto in termini di emissioni di CO2. Tutti stanno discutendo al riguardo, ma nessuno per ora è giunto alla conclusione di quale sia il costo aggiuntivo che il mercato è disposto a pagare».
Van Leeuwen sta facendo la sua parte nella transizione ecologica lavorando attivamente su Scope 1 e 2 e investendo fortemente in energia solare: «Nella nostra principale sede nei Paesi Bassi abbiamo installato oltre 9mila pannelli solari con una capacità di 5 MW di picco per dar il via a questa transizione, e anche per le altre filiali stiamo iniziando a valutare l'installazione di ulteriori pannelli». Inoltre, «per le nuove costruzioni stiamo guardando ai materiali con il minor impatto di CO2». Un approccio, questo, che coinvolge anche i fornitori, perché «stiamo discutendo con loro il da farsi e stiamo iniziando a monitorare e confrontare i fornitori basandoci sugli IPD e sulle performance di sostenibilità». L'azienda sta inoltre discutendo di tutti i modi per ridurre le emissioni nei trasporti.
«Guardando ai prossimi anni – ha concluso l’economista – possiamo vedere che gli investimenti su energia e oil & gas sono piuttosto positivi, per cui mi aspetto ancora margini di crescita per i prodotti utilizzati. In particolare, dovrebbero essere protagonisti upstream, trasmissione energetica e rinnovabili. Positive anche le attese sul settore costruzioni, sia per ristrutturazioni che per opere pubbliche. Sull’auto probabilmente ci sarà un calo dei consumi legati al processo di elettrificazione. In crescita anche la meccanica e il comparto mobili e arredo».
Stefano Gennari
8 novembre 2024
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