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Macchine utensili: «Nuovo record di consumi nel 2023»

Alfredo Mariotti (UCIMU): Italia quarto Paese consumatore, ormai vicino a superare anche la Germania

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Dopo un 2022 estremamente soddisfacente per l'industria italiana delle macchine utensili, il 2023 «sarà un anno ancora positivo, perché le aziende hanno ordini per circa dieci mesi di lavoro, il doppio del normale, e si prevede che tutti gli indicatori economici saranno in miglioramento». Lo ha affermato Alfredo Mariotti, direttore generale di UCIMU-Sistemi per produrre, durante il webinar di siderweb "Acciaio: i clienti protagonisti". Quest'anno «la produzione dovrebbe salire del 6% rispetto al 2022, le esportazioni del 3,1%, le consegne sul mercato interno del 5,3%, i consumi saranno 6,8 miliardi di euro, un nuovo record dopo i 6,6 miliardi del 2022».

Facendo un passo indietro, il quarto trimestre del 2022 è stato il migliore dell'anno con un incremento degli ordini pari al 5,4% sul mercato interno e al 2,4% su quello estero, in entrambi i casi rispetto allo stesso trimestre del 2021. Per il direttore generale di UCIMU questa differenza in termini di crescita non deve stupire dal momento che in Italia, sulla spinta del piano 4.0, «si è preferito accettare più ordini sul mercato interno piuttosto che all'estero».

Nel 2022 «siamo passati dall'essere il sesto Paese consumatore di macchine utensili al quarto Paese consumatore, dietro a colossi come Cina, Germania e Stati Uniti – ha osservato Mariotti –. Per quanto riguarda il consumo di alcuni comparti nel nostro settore abbiamo addirittura superato la Germania e siamo vicini a superarla anche per quanto riguarda i consumi totali di macchine utensili».

Affrontando il tema del ridimensionamento delle catene del valore a seguito di fenomeni come il Covid-19, Mariotti ha commentato che «una globalizzazione esasperata imponeva di rispondere in qualsiasi momento a richieste provenienti da qualunque parte del mondo. Ma questa era un'illusione e non è nello spirito di aziende medio-piccole, come quelle che costituiscono oltre il 90% circa del nostro settore. È evidente che ad esse ha giovato un accorciamento delle catene di fornitura». Ciononostante, «non dovranno perdere di vista le opportunità sui mercati esteri, perché in questo momento di riorganizzazione delle catene del valore potrebbe costare caro alle aziende il fatto di restare concentrate esclusivamente sul mercato interno».

A proposito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il direttore generale di UCIMU ha parlato di vantaggi diretti e indiretti per il settore delle macchine utensili. «La macchina utensile – ha spiegato – è alla base della quasi totalità dei processi manifatturieri, quindi le imprese possono beneficiare direttamente per esempio di tutte le misure legate al tema della digitalizzazione, ma potrebbero essere coinvolte indirettamente in altri temi, come tutto ciò che riguarda l'innovazione e la formazione».

Sul tema infine della sostenibilità, Mariotti ha mosso innanzitutto una critica contro la scelta politica di «improvvisare situazioni senza capire che la forza del continente europeo è l'attività manifatturiera». Ha quindi sottolineato che «per funzionare, l'approccio alla sostenibilità deve essere esteso a tutta la filiera, dunque tutto il lavoro che per esempio le aziende siderurgiche stanno portando avanti sotto questo aspetto avrà ripercussioni positive anche sul settore delle macchine utensili. Per esempio, l'utilizzo corretto delle risorse, la scelta di usare fonti alternative, ma anche il riciclo del materiale». Nel settore delle macchine utensili UCIMU sta «monitorando attentamente il discorso della sostenibilità, al punto che siamo arrivati a dire che concederemo il marchio UCIMU a quelle aziende che dimostreranno di avere a cuore il tema in tutte le sue accezioni: non solo sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale». Per questo l'associazione ha messo in campo una serie di iniziative, tra cui un corso di formazione ad hoc per le imprese associate, e a breve definirà in collaborazione con ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società dell'Università Cattolica di Milano) un modello di valutazione della sostenibilità aziendale. «Siamo anche una delle prime associazioni confindustriali a presentare un Bilancio di sostenibilità di settore. Lo faremo il prossimo 21 febbraio presso l'Università Cattolica di Milano in un incontro aperto a tutti».


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