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ANCE: opere pubbliche +25% nel 2023, ma l'indice generale scenderà

Musmeci: «L'acciaio può contribuire a farci raggiungere i target di sostenibilità»

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Più opere pubbliche e meno ristrutturazioni. Questa l’aspettativa per il settore italiano delle costruzioni nel 2023 secondo il direttore generale di ANCE Massimiliano Musmeci intervenuto nel corso del webinar siderweb «Acciaio: i clienti protagonisti».

Musmeci ha confermato che per il comparto edilizio il 2022 si è rivelato un anno dalla crescita importante dei volumi (+12%) in cui a giocare un ruolo importante sono stati i vari bonus governativi, anche se i rincari su materie prime ed energia non hanno permesso ai costruttori di godere appieno della crescita.

«Sulla crescita dello scorso anno un ruolo importante è stato giocato dalla manutenzione straordinaria (+22%), mentre le opere pubbliche sono state su un 3-4%. I rincari sulle materie prime stanno rientrando, ad eccezione dell’acciaio che lo scorso anno è rincarato nell’ordine del 35%, secondo le nostre stime. Guardando al 2023 complessivamente ci aspettiamo un rifiato nell’ordine del 5%, ma stimiamo che le opere pubbliche saliranno del 25% compensando almeno in parte il -25% che dovrebbe verificarsi sulle manutenzioni straordinarie».

Un ruolo fondamentale sicuramente lo giocherà il PNRR, dove dal recente cambio di Governance ministeriale ci si aspetta uno snellimento delle procedure e un’accelerazione dell’iter che porta alla cantierizzazione dell’opera. «Una parte sempre abbastanza variabile nelle tempistiche di realizzazione».

Musmeci ha poi rimarcato come l’acciaio potrà giocare un ruolo chiave nei progetti di riqualificazione sismica degli edifici, più che di quelli di riqualificazione energetica.

«Sicuramente negli ultimi tempi l’attenzione al ciclo di vita dei prodotti sta sicuramente premiando l’acciaio che, sebbene abbia una produzione impattante in termini ambientali, presente un ciclo di vita e una riciclabilità praticamente infinita che possono avvantaggiarlo rispetto ad altri materiali».

Guardando alle esigenze per il futuro, Musmeci ha evidenziato che anche per le costruzioni si avrà bisogno di performance superiori, anche se non così “spinte” come quelle richieste dall’automotive: «Chiediamo meno intensità tecnologica, ma un maggior sostegno per contribuire a raggiungere gli obiettivi che ci sono stati posti».
«Inoltre, un sostegno al settore delle costruzioni può creare un effetto volano anche per altre filiere che direttamente o indirettamente subiscono l’influenza del comparto».


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