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Acciaio: Nord-Ovest in crescita ma meno dell'Italia

Gli interventi di Stefano Ferrari (siderweb) ed Emanuele Norsa (Kallanish e collaboratore siderweb) a Genova

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GENOVA – Prima assoluta di Bilanci d’Acciaio a Genova. Ospitato dalla storica sede di Carige, oggi BPER, anche la città della lanterna ha mostrato una grande attenzione per la presentazione dei risultati della filiera con un'analisi ad hoc proposta sul Nord-Ovest italiano. 
Ad aprire i lavori è stato il CEO di siderweb Paolo Morandi che, ringraziando i presenti, ha annunciato la volontà di siderweb di «puntare ad ampliare ancora la community siderurgica andando a concentrarsi soprattutto sui settori utilizzatori»

Il responsabile dell’Uffico Studi di siderweb Stefano Ferrari si è poi concentrato sui dati evidenziando che la filiera dell’acciaio del Nord-Ovest (Liguria e Piemonte) nel 2021 ha visto una crescita di fatturato, valore aggiunto ed Ebitda inferiore alla popolazione nazionale di imprese siderurgiche.
«In particolare, giro d’affari e valore aggiunto nel 2019 erano in una situazione migliore rispetto all’Italia; oggi sono su livelli inferiori. L’indebitamento è maggiore, ma si sta avvicinando al contesto nazionale. Dal punto di vista della redditività ci sono spazi di miglioramento. Le 202 imprese del Nord-Ovest, pari all’11% del totale della popolazione nazionale esaminata, nel 2021 hanno prodotto un fatturato di 5,821 miliardi di euro. Giro d’affari che rappresenta però solo il 7% del totale; le aziende hanno quindi dimensioni più piccole della media italiana (fatturato medio di 28,5 contro 44 milioni di euro). La variazione rispetto al 2020 è stata del 55,1%, contro il 62% dell’Italia. La produzione e il rottame sono in linea con la popolazione nazionale; la differenza in negativo è fatta da distribuzione e centri servizio, cresciuti di 20-25 punti in meno della media italiana. L’Ebitda dell’area ammonta a 510 milioni di euro. È salito dal 6,7% del fatturato del 2019 all’8,8% nel 2021; una crescita inferiore rispetto alla popolazione nazionale (dal 5,4 al 9%). I risultati migliori sono quelli di produzione e lavorazione delle lamiere. Il valore aggiunto del Nord-Ovest (890 milioni di euro) è cresciuto del 61% rispetto al 2020, contro il 70% dell’Italia, con quindi una dinamica peggiore. In dettaglio, nei cluster di produzione, rottame e lavorazione lamiere è aumentato meno rispetto al fatturato. Un elemento negativo dal punto della redditività industriale».
Guardando al 2022, Ferrari ha poi rilevato che la congiuntura siderurgica rimane difficile. I prezzi dell'acciaio sono in calo, i settori utilizzatori sono in rallentamento, a eccezione di automotive e costruzioni.
La produzione italiana di acciaio grezzo, secondo Federacciai, è infatti scesa del 10,8% tra gennaio e ottobre 2022; gli ultimi dodici mesi hanno visto undici segni meno. Inoltre, da giugno a oggi, il calo è stato per quattro volte superiore al 10%.
Dati in discesa su cui in questo finale d’anno sta incidendo in maniera significativa un rallentamento della domanda trasversale a tutti i settori utilizzatori sia a livello italiano che internazionale.

Proprio sulle performance del mercato siderurgico oltre confine si è concentrato l’intervento di Emanuele Norsa, collaboratore siderweb ed editor Kallanish
«L’onda negativa vissuta da fine maggio forse sta giungendo alla fine per cui potemmo arrivare al 2023 con una situazione in miglioramento. Questo grazie ad una stabilizzazione a livello internazionale, in particolare in Cina che ha visto una leggera ripresa soprattutto delle costruzioni. Una ripresa che si è vista immediatamente sulle materie prime ed in particolare sul minerale di ferro».
L’analista ha inoltre mostrato come, seppur senza spostamenti clamorosi, gli outlook stiano migliorando passando da un -0,5% a un -0,3% medio. Un trend di miglioramento, seppur in territorio negativo, che si allarga proporzionalmente sia alle materie prime che per i finiti, anche se in generale la volatilità resta dietro l’angolo. «Guardando ai prodotti finiti possiamo notare come i coils a caldo restino un premium di prezzo a livello globale anche se i coils negli Usa sono scesi più della media. In generale l’impressione è che le quotazioni si siano posizionate comunque su livelli superiori al 2019. Ci sono comunque segnali che la discesa possa dirsi finita, per cui se non ad un rimbalzo andremo in contro ad una stabilizzazione della situazione».  

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Emanuele Norsa


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