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Bernabè: a breve l'incontro tra i partner sul futuro di ADI

«Da parte del governo l’impegno sicuramente c’è, da vedere se si concretizzerà in un accordo forte con ArcelorMittal»

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È stato un intervento improntato all'ottimismo quello di Franco Bernabè, presidente del consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia, durante il webinar «La filiera dell’acciaio nel Centro-Sud: numeri e prospettive», terzo appuntamento del ciclo «Bilanci d’Acciaio 2022» di siderweb. Intervistato dal direttore responsabile di siderweb, Davide Lorenzini, il presidente di ADI ha affermato che per il siderurgico tarantino il 2022 è stato un anno complessivamente buono nonostante le difficoltà e che l'attenzione del nuovo governo verso l'Ilva è «massima». Ancora, che problemi come quello della mancanza delle materie prime si stanno risolvendo rapidamente e che nel medio termine torneremo ad avere in Europa energia abbondante e a basso prezzo.

Un 2022 a due facce

Andando con ordine, Bernabè ha evidenziato che il 2021 è stato un anno brillante per tutta l’industria, in buona parte in relazione al fenomeno di uscita dall’emergenza pandemica che ha provocato una forte, «in qualche caso perfino eccessiva», ripresa della domanda. Ne sono derivate tensioni inflazionistiche che sono proseguite nel 2022, anno che «è stato caratterizzato da due fasi molto diverse» ma che si concluderà positivamente «grazie a ciò che è stato realizzato nel primo semestre». Facendo un passo indietro, il presidente di ADI ha ricordato che lo scorso anno l’azienda ha registrato quasi 3 miliardi e mezzo di ricavi e un Ebitda di 259 milioni e realizzato investimenti importanti (oltre 350 milioni) sia nell’ambito del piano ambientale sia per lo sviluppo tecnologico. Ha poi sottolineato che sono stati effettuati profondi interventi sulla struttura organizzativa e che è stato creato il nuovo Centro di ricerca e sviluppo per iniziative di decarbonizzazione e transizione energetica. Ancora, sono state gettate le basi del progetto Hydra per la produzione di acciaio verde con energie rinnovabili, un progetto pilota che «consentirà di produrre una valutazione su tutta la scala del processo che parte dalle rinnovabili, arriva al DRI (preridotto, ndr) e infine all’acciaio verde». Inoltre, sono state avviate collaborazioni con Snam ed Eni per la cattura, lo stoccaggio e la riduzione della CO2 e con NextChem sull'economia circolare. Insomma, il 2021 è stato un anno molto produttivo «non solo sul piano commerciale e industriale ma anche sul piano strategico, della collaborazione e della ricerca». Risultati importanti che ADI ha descritto nel suo primo report di sostenibilità tra riduzioni di polveri, ossidi di azoto e zolfo, introduzione di nuovi filtri a tessuto nelle cokerie e nell'area agglomerazione e completamento della copertura dei parchi minerari. 

2023 anno complicato, ma forse meno del previsto

Venendo a tempi più recenti, Bernabè non ha mancato di ricordare «la sofferenza dell’area fornitori e le problematiche relative ai clienti», aggiungendo che «però la sopravvivenza e il rilancio dell’Ilva sono un tema importante per tutta l’industria siderurgica italiana e quindi lo sforzo che noi stiamo facendo è nelle difficoltà di minimizzare l'impatto sulle terze parti». Sulla congiuntura, ha commentato che la guerra ha creato incertezza ma «ad un certo punto, io credo più presto che tardi, il conflitto giungerà a una conclusione e forse innescherà una nuova fase di ripresa» o, quanto meno, di «non recessione». Già quest’anno, secondo Bernabè, si concluderà in modo tutt’altro che drammatico, come testimoniato anche dall’andamento del Pil italiano che «era stato previsto in forte rallentamento ma le cui ultime stime indicano invece una maggior tenuta dell’economia italiana». Il 2023, ha ammesso, sarà probabilmente un anno molto complicato, figlio dell’accelerazione dell’inflazione con il rialzo dei tassi e la restrizione monetaria da parte delle banche centrali. D’altro canto, però, «le cose stanno cambiando abbastanza rapidamente dal punto di vista dell'inflazione. Problemi come la mancanza di chip, l’alto costo dei noli e delle materie prime sono tutti rientrati o stanno rientrando velocemente. Se non dovesse innescarsi una spirale inflattiva alimentata dalla rincorsa prezzi-salari, allora la situazione dovrebbe migliorare rapidamente. Se l’inflazione rientra e vedremo una riduzione delle tensioni belliche, allora il 2023 potrebbe non essere peggiore del 2022 e portare anzi qualche miglioramento». Nell'attuale situazione di grande incertezza è chiaro però che non deve mancare la prudenza, testimoniata nel settore siderurgico dal fatto che «molti operatori hanno deciso di allungare i periodi di manutenzione straordinaria per cercare di capire meglio come andrà il prossimo anno». Ma le cose potrebbero peggiorare così come migliorare: «Non è con certezza che si andrà verso una recessione», ha ribadito.

Alta l'attenzione del governo

Positivo è stato poi il giudizio sull’attenzione mostrata finora dal nuovo governo verso il dossier ADI: il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti «aveva già seguito e conosce nei dettagli la vicenda dell’ex Ilva e ha dato un contributo importante alla soluzione dei problemi», mentre il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso «fin da quando era presidente del Copasir segue le problematiche dell’acciaio con grande attenzione». Infine, ha menzionato il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto, che da ex presidente della Regione Puglia ha familiarità con il dossier Ilva. L’impressione che Bernabè ha avuto dopo le prime interlocuzioni è che «ciò che è stato fatto dal governo precedente verrà non solo implementato ma addirittura rafforzato».

Due i pilastri del piano di decarbonizzazione di ADI

Riguardo al progetto di decarbonizzazione di Acciaierie d’Italia, Bernabè ha sottolineato che esso poggia su due «gambe»: una è la costituzione di DRI d’Italia (la società che dovrà realizzare l’impianto di riduzione diretta, ndr), che «ha già fatto studi di fattibilità e sta lanciando le prime gare per la scelta di tecnologie e ingegneria e si sta muovendo velocemente e con grande spinta»; l’altro pilastro «è costituito dalle acciaierie e ha i problemi che tutti conosciamo, ma bisogna ricordare che le disponibilità finanziarie che sono state dedicate al sito sono importanti e aspettano che venga definito un percorso da parte degli azionisti con il quale dare impulso al progetto di crescita e investimento, progetto di cui sono note tutte le specifiche». Del finanziamento, ha rimarcato, «si conosce già l'entità e la natura», pertanto la situazione è «abbastanza paradossale» ma destinata comunque a risolversi: «Le risorse ci sono, i progetti ci sono, il piano sta andando avanti, pertanto a un certo punto la situazione si sbloccherà inevitabilmente».

Prezzi dell'energia in calo nel medio periodo

Parlando di progetti relativi al DRI non si può prescindere dalla componente gas e quindi dall’attuale crisi energetica. Ma anche in questo caso il presidente di ADI ha manifestato grande ottimismo. «I prezzi del gas sono una variabile che tende nel lungo periodo ad essere più depressa che in espansione – ha affermato –. Il mondo dell’energia vive di picchi ai quali segue sempre un’accelerazione delle energie alternative e un risparmio energetico. L’abbiamo visto negli anni ’70 e penso che avremo la stessa prospettiva di prezzi calanti e addirittura molto bassi a partire dal 2024-2025. La mia previsione è che dovremo stringere i denti per uno o due anni, dopodiché la situazione tornerà ad essere quella di prima se non addirittura più favorevole. Sono ottimista sul medio periodo, anche se è vero che bisogna arrivarci vivi». Intanto, sempre in tema di energia, ha lodato il provvedimento dell’esecutivo circa l’utilizzo in compensazione del credito d’imposta, definendolo «una delle scelte felici del governo Draghi che adesso il presidente Meloni ha reiterato per l’ultima parte dell’anno». 

A breve l'incontro tra i due partner sul futuro di ADI

Tornando alla vicenda ex Ilva, Bernabè ha fatto capire di non avere motivo di dubitare che, «avendo constatato l'anno prossimo che l’AIA (Autorizzazione integrata ambientale) è stata completata, così come tutte le prescrizioni», la magistratura deciderà per il dissequestro degli impianti dell’area a caldo del siderurgico tarantino (una delle condizioni sospensive dell'accordo di co-investimento tra ArcelorMittal e Invitalia, ndr). A quel punto «si potrà procedere». Chiaro che, ha continuato il presidente di ADI, «abbiamo una situazione in cui le due parti devono incontrarsi e decidere cosa intendono fare. L’idea originaria era chiara. Il cambio di governo da questo punto di vista non ha aiutato, perché la situazione è così delicata che non può non avere il consenso e il supporto del governo e il partner (ArcelorMittal, ndr) deve essere tranquillizzato del fatto che l’atteggiamento dello stesso esecutivo non cambi nel tempo». Bernabè ritiene che lo Stato e ArcelorMittal si incontreranno già nei prossimi giorni e «decideranno come proseguire, se lo riterranno, in questa collaborazione. Dal punto di vista del governo l’impegno sicuramente c’è, aspettiamo di sapere se si concretizzerà in un accordo forte o meno con il partner».


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