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Acciaio italiano front-runner della decarbonizzazione

A spiegarlo Conte (I.BLU), Mareschi Danieli (ABS), de Miranda (ORI Martin) e Gozzi (Duferco)

L’acciaio italiano è in prima linea sia per decarbonizzazione delle imprese sia per la realizzazione di tecnologie sostenibili. È questo il fil rouge che ha legato gli interventi di Roberto Conte (I.BLU), Roberto de Miranda (ORI Martin), Anna Mareschi Danieli (ABS-Gruppo Danieli), Antonio Gozzi (Duferco Italia Holding) ospiti del webinar di siderweb "Decarbonizzazione, opportunità per le imprese. Alleanza I.BLU-acciaierie per la sostenibilità", organizzato in collaborazione proprio con la società del Gruppo Iren.

Conte: «Ben 15 acciaierie sono partner del progetto. Realizzeremo un secondo sito in Toscana»
Ha lasciato parlare i numeri il Ceo di I.BLU Roberto Conte per descrivere, a un anno dall’avvio della produzione, i risultati importanti in termini di partnership raggiunti dall’azienda. 

«Ben 15 acciaierie italiane e 5 europee hanno introdotto o stanno utilizzato Bluair come agente riducente e ottimizzatore di processo. I.Blu e il progetto Bluair presentano molti degli aspetti del nostro paradigma di economia circolare. Innanzitutto, non solo sostituzione dei prodotti dell’economia lineare ma possibili soluzioni che migliorino il prodotto da sostituire. Il secondo punto è l’impegno per la decarbonizzazione grazie alla riduzione delle emissioni di CO2 e il risparmio energetico. Oltre a un sostegno al raggiungimento degli obiettivi ambientali, puntiamo anche a una simbiosi industriale che si concretizza non solo nella fornitura di una commodity, ma un più ampio progetto di partnership fatta di prodotto e servizio ma soprattutto di scambio fra filiere industriali differenti».

Conte ha anche rimarcato come, da alcuni dati rilevati in un’azienda partner in cui la sostituzione dell'antracite con Bluair ha raggiunto il 50%, è stata recentemente stimata una riduzione del 5% del totale delle emissioni di CO2 dell’impianto. Senza contare che il miglioramento dei costi riguarda anche le imposte che devono essere pagate all’Ue. Per ogni tonnellata di imballaggi in plastica non riciclata infatti gli stati devono versare al Bilancio primario dell’Unione 800 euro: si pensi che un’acciaieria ad arco elettrico può consumere indicativamente 6.000 ton/anno. Risulta quindi chiara l’entità dei vantaggi.

«Abbiamo inoltre notato in diversi impianti che, grazie all’ottimizzazione del processo, si riduce il tap to tap time con una diminuzione del consumo energetico, che in alcuni casi ha raggiunto il 3% dei costi energetici. Energia che ha anche conseguenze importanti sui nostri costi di produzione. Nonostante questo, la sostituzione del carbone con Bluair porta comunque importanti benefici diretti, oltre a quelli visti prima su ETS e consumo di energia. Posso anche annunciare che, oltre all’impianto in Friuli, ora stiamo valutando di realizzare un secondo impianto in Toscana che dovrebbe entrare in funzione nel 2024 ma potrebbe non essere il solo. Stiamo anche puntando a migliorare anche le prestazioni del prodotto».

 

Mareschi Danieli: «Non ci sono soluzioni uniche per la sostenibilità. Gli obiettivi si raggiungono con pacchetti mirati per le esigenze delle singole aziende»
È stato un contributo dalla doppia veste di impiantista produttore quello proposto da Anna Mareschi Danieli, membro dell’Executive Board Danieli e Vicepresidente di Acciaierie Bertoli Safau.

«Quando parliamo di sostenibilità l’approccio è sempre agli aspetti ambientale, sociale ed economico. Da qui si parte con un bilancio sostenibile e poi si fa una valutazione, anche quando si vanno a proporre soluzioni e investimenti tecnologici. Pertanto, quando andiamo a proporre gli investimenti cerchiamo di adattarli alle condizioni offerte dal territorio. L’obiettivo è quello di fornire soluzioni reali ed efficaci e non elementi che facciano solo "green washing". La vera innovazione viene percepita come tale da chi la deve poi applicare e questo avviene solo dal confronto reciproco».

Mareschi Danieli ha anche dato apertura a sviluppare tecnologie per ottimizzare l’effetto di soluzioni già presenti come lo stesso impiego di Bluair; soluzioni che possano aiutare il cliente a raggiungere risultati sempre migliori.

Spostando il focus su Acciaierie Bertoli Safau, l’imprenditrice friulana ha rimarcato come il piano da 650 milioni di euro annunciato dall’azienda veda un’attenzione particolare all’efficientamento e alla riduzione dell’impatto ambientale migliorando al contempo produttività e valore aggiunto. «Oggi non è più possibile una soluzione unica, ma ci stiamo focalizzando sullo sviluppo di pacchetti di soluzioni da utilizzare in sinergia, capaci di adattarsi alle specifiche necessità delle singole aziende».

In chiusura, l’ex presidente di Confindustria Udine ha evidenziato come la possibilità di trovare nuove competenze sia un’emergenza che senza cambiamenti significativi rischia di diventare sempre più grave, al punto da penalizzare la competitività delle imprese.

 

de Miranda: «Allo studio un piano di decarbonizzazione integrato con il PNRR»
Fitto l’elenco di iniziative volte alla sostenibilità fatto dal Consigliere delegato di ORI Martin, Roberto De Miranda che ha anche annunciato importanti novità per il produttore bresciano di acciai speciali.

«Stiamo adottando un piano di decarbonizzazione che verrà poi declinato in un rapporto che andrà a integrarsi con il report di sostenibilità e il fascicolo Green Way che presenteremo al Governo per poter accedere ai fondi del PNRR. Sono d’accordo con Anna che la decarbonizzazione arriva combinando una serie di soluzioni che lavorano in sinergia, non ce n'è una sola che risolve tutti i problemi. Stiamo valutando l’installazione di un nuovo forno a minor impatto ambientale e che possa ottimizzare ulteriormente il recupero del calore di scarto con le tecnologie I-recovery già in funzione e l’Heatleap che si attiverà a breve. Un ulteriore step è di applicare il medesimo principio anche al calore del forno di preriscaldo e alle acque di raffreddamento del laminatoio».

de Miranda ha anche ricordato la partecipazione di ORI Martin al progetto Green Metals per l’utilizzo del biometano e di un nuovo progetto di agrovoltaico che al momento sconta i ritardi burocratici noti sull’installazione di rinnovabili.

«La sperimentazione di Bluair è durata cinque mesi e abbiamo toccato con mano la riduzione delle emissioni. Sicuramente una delle difficoltà principali è quella di riuscire a far ripensare pratiche consolidate con nuovi approcci. L’obiettivo ora è quello di riuscire a mantenere la stessa produttività con la nuova materia prima».

Il consigliere di ORI Martin ha poi ribadito come gli utilizzatori finali abbiamo aumentato la pressione sulla filiera per poter verificare l’impatto ambientale in particolare sull’utilizzo di energia rinnovabile da parte dei fornitori.

«Il 2022 ci ha visto in recupero da un 2021 da alti volumi e poca marginalità. Dopo una buona prima parte dell’anno ora stiamo vedendo un destocking e una riduzione della domanda, nonostante il fatto che il portafoglio ordini non sia a livelli preoccupanti. Quindi mi aspetto nei prossimi mesi un rallentamento della domanda».

 

Gozzi: «L’Italia campione di decarbonizzazione e sinergia. Costituito un consorzio sul DRI»
Ha voluto invece partire con le ultime novità sul fronte energetico il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, reduce dall’Energy Business Forum Algeria-Unione Europea, tenutosi ad Algeri l’11 e il 12 ottobre.

«L’Algeria ha presentato un piano serio di transizione per abbandonare il gas russo. Un piano di investimenti tra 40 e 50 miliardi di dollari per andare verso i 150 miliardi di metri cubi di produzione annua. In cambio chiede che l’Ue investa nel Paese nordafricano il 10% del totale, a cui si aggiunge uno scambio di tecnologia sul fronte delle rinnovabili. A fronte di una proposta seria, purtroppo devo dire che, ancora una volta, l’Europa ha balbettato, non presentando un quadro chiaro di collaborazione. E anche qui si sono visti tutti i nostri limiti sul fronte delle politiche energetiche. Ritengo che l’Italia debba diventare un hub del gas nel Mediterraneo, e dobbiamo prendere spunto dalla Norvegia sul fronte della carbon capture per giocare un ruolo da protagonisti».

Passando alla sostenibilità, il presidente di Federacciai ha ribadito come i produttori italiani siano tra i primi al mondo sul fronte della decarbonizzazione citando, oltre all’uso di Bluair, il progetto dell’utilizzo di biometano, che permetterà alla siderurgia italiana di centrare gli obiettivi 2030 in attesa che l’idrogeno raggiunga dei costi competitivi.

«Voglio poi dire che i giovani che stanno diventando protagonisti delle acciaierie italiane hanno la decarbonizzazione nel proprio DNA, per loro è una cosa naturale e questo mi riempie di fiducia sul fatto che il processo si compia con successo». Gozzi ha poi rimarcato come la siderurgia sia una delle realtà industriali che ha mostrato la maggior capacità di poter lavorare in consorzio, dall’Interconnector «all’ultimo, costituito solo pochi giorni fa, e cioè il consorzio per lo scouting della possibilità di realizzare impianti di DRI all’estero».

Chiudendo sul mercato, Gozzi ha evidenziato che «stiamo vivendo una fase di estrema incertezza che ci porta a essere particolarmente prudenti. Devo però dire che fino ad ora si stanno continuando a fare Ebitda positivi. Questo grazie anche alle agevolazioni concesse. Agevolazioni che probabilmente, in una fase di rallentamento, saranno più difficili da trovare. Devo però dire che non vedo catastrofi all’orizzonte. Ritengo però che si vedrà un calo della domanda. Non vivremo più la situazione esplosiva che abbiamo vissuto nel 2021, ma ci sono ancora tutte le potenzialità di una finalizzazione dei progetti del PNRR».


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