5 settembre 2022 Translated by Deepl
Il sistema distributivo è attualmente «sovra stoccato» per via della minore attività registrata nel secondo trimestre e in luglio: in questi mesi la domanda è stata inferiore al normale e gli stock nei magazzini sono quindi più alti del regolare. Ma le prospettive per i prezzi di acquisto dei coils sono necessariamente al rialzo, per tentare di coprire almeno una parte degli aumenti molto rilevanti delle diverse voci di costo variabili (energia, packaging, trasporti…). Aumentare i prezzi malgrado un relativo supporto della domanda è la “scommessa” che la filiera, dalle acciaierie alla distribuzione, si troverà ad affrontare nei prossimi mesi.
È la fotografia scattata da Cesare Viganò, Managing Director di ArcelorMittal CLN Distribuzione Italia. In un contesto di mercato debole, con «giugno e luglio che sono stati mesi terribili» dal punto di vista della domanda, «il fatto che ArcelorMittal in primis, e poi a distanza di pochi giorni tutti i produttori europei e italiani in un coro unico, abbiano annunciato aumenti – ha spiegato - è significativo del fatto che questi rincari siano ormai una necessità inderogabile. Si cerca così di recuperare almeno una parte dell’aumento dei costi che stanno sempre più emergendo, di portata storicamente eccezionale».
Gas ed energia, certo, ma anche, ha elencato Viganò, «per la distribuzione, il materiale per il packaging dei coils processati, quindi imballi con legno, carta, reggette. E poi i trasporti. Sommando i soli costi variabili di produzione – ha sottolineato Viganò - gli aumenti in termini di euro a tonnellata rispetto al 2021 sono sostanzialmente raddoppiati. E forse non siamo arrivati ancora ad assorbirli interamente. Ogni mese c’è un quid in più; il rischio forte è una deriva rialzista continua e incontrollabile».
Sarà questo, secondo il manager, il leitmotiv dell’acciaio almeno fino alla fine dell’anno, salvo «sviluppi inattesi, soprattutto sul fronte russo-ucraino». «Molto dipenderà – ha continuato - dalla volontà europea di affrontare questo tema, un po’ a stralcio, vista la sua eccezionalità, delle regole dell’indebitamento, del deficit di bilancio e voci correlate. Il tema è talmente straordinario dal punto di vista della sofferenza dei conti economici, che, qualsiasi sarà la strada, si dovrà trovare un modo per calmierare gli aumenti dei costi. Si deve intervenire, altrimenti c’è il rischio reale che l’impatto sulla attività dei clienti sia molto penalizzante, con ripercussioni generalizzate».
In questo scenario difficile, ArcelorMittal CLN Distribuzione Italia ha scelto con convinzione di partecipare come espositore a Made in Steel 2023, che si terrà dal 9 all’11 maggio 2023 a fieramilano Rho. «Una decisione all’insegna della continuità», visto che, come ricordato dal manager, l’azienda partecipa all’evento sin dalle prime edizioni, che si sono tenute alla fiera di Brescia. «Negli anni ho notato certamente più internazionalità, un taglio meno italiano, e un ampliamento ad alcuni settori trasversali “di confine” rispetto agli operatori siderurgici, che man mano hanno visto nell’evento un’occasione di relazione». Proprio le relazioni, secondo Viganò, sono il punto di forza di Made in Steel: «È un evento che serve per relazionarsi, non certo per andare a fare trattative con i clienti o con i fornitori. È proprio l’occasione di concentrare in tre giorni il massimo dei contatti possibili con tutti gli attori della filiera».
Elisa Bonomelli
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