8 luglio 2022
Ciò che in regioni abituate a fronteggiare la scarsità idrica è da anni una scelta quasi obbligata, in Italia viene lanciata come una novità per risolvere in tempi rapidi uno dei problemi più dirompenti dell'estate 2022, vale a dire la siccità.
La forza delle immagini
Un problema di cui ci viene dato conto quotidianamente con immagini di ghiacciai ai minimi storici, di laghi decisamente in secca e di un Po da cui affiorano residuati bellici e relitti normalmente sommersi dall'acqua.
In questo scenario, nei giorni scorsi il numero uno di Webuild, Pietro Salini, ha lanciato dalle pagine del Corriere della Sera la proposta di realizzare anche nel nostro Paese impianti di dissalazione dell'acqua di mare per "risolvere" in due anni e con 2/3 miliardi di euro il problema della siccità "alla radice". Un annuncio fatto in forza del know how della controllata Fisia Italimpianti tra i leader mondiali della costruzione di siti per la desalinizzazione.
Le due facce della medaglia
Desalinizzare l'acqua marina è stata sicuramente una soluzione molto efficace in Paesi poveri di risorse idriche come Abu Dhabi, e per i produttori di acciai inossidabili potrebbe persino rappresentare un'occasione d'oro.
Così come è stato per le estrazioni da scisto che sembravano risolvere con un tocco di bacchetta magica i problemi della disponibilità di petrolio e gas, la tecnologia va approfondita e capita per valutarne il bilancio costi/benefici nel suo insieme. Sempre più, quando l'uomo decide di andare ad intervenire direttamente sull'ambiente, è opportuno non fare scelte sull'onda dell'emotività ma usare la razionalità i numeri e la lungimiranza.
I dati della International Water Association (IWA) stimano che oggi oltre l'1% dell'acqua potabile nel mondo derivi da dissalazione. Al momento sono previsti circa 10 miliardi di dollari di investimenti nel prossimo quinquennio per l'aggiunta di 5,7 milioni di metri cubi giornalieri di acqua potabilizzata. Capacità che entro il 2030 potrebbe essere raddoppiata.
Crescita investimenti in dissalatori 1960/2020
Sin dall'invenzione di questa tecnologia la sua applicazione è stata legata a due condizioni fondamentali: scarsità di acqua potabile e soprattutto disponibilità di energia a basso costo.
Il costo del processo, infatti, è tutt'altro che indolore: sia che si applichi la tecnologia termica (si scalda l'acqua fino a farla evaporare e poi la si distilla) sia che si usi il sistema a membrane e osmosi inversa, il consumo energetico dell'impianto è importante. Senza contare che la resa è praticamente dimezzata: ogni due litri di acqua di mare filtrata si ricava un litro di acqua potabile.
Diagramma percentuale dei costi di un impianto di dissalazione
La diffusione della tecnologia e dei filtri ad essa necessari ha ridotto di molto i costi di gestione; tuttavia, guardando agli impianti americani di San Diego, l'Autorità idrica della contea paga circa 1,2 dollari al metro cubo contro i 2,2 dollari al metro cubo di costo dell'acqua potabile ricavata dall'impianto di dissalazione di Carlsbad. In pratica quasi il doppio. Ricordiamoci inoltre che l'energia negli Usa ha un costo ben diverso rispetto all'Italia e l'Ue, pertanto il rischio, chiedendo scusa per il gioco di parole, è che il conto sia ancor più salato.
Parametri per impianti di dissalazione "Best-in Class" |
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Anno 2016 |
entro 5 anni |
entro 20 anni |
Costo dell'acqua |
0,8 – 1,2 |
0,6 – 1,0 |
0,3 – 0,5 |
Costo di costruzione |
1,2 – 2,2 |
1,0 – 1,8 |
0,5 – 0,9 |
Consumo energetico (kWh/m3) |
3,5 – 4,0 |
2,8 – 3,2 |
2,1 – 2,4 |
Produttività membrane (m3/membrana) |
28 – 47 |
35 – 55 |
95 – 120 |
Circolarità da migliorare
Al conto economico deve poi sommarsi anche quello ambientale. Come citato in precedenza il tasso di purificazione è di circa il 50%, questo perché il processo a fronte di un quantitativo di acqua potabile viene creato il medesimo quantitativo di acqua iper-salata chiamata in gergo "salamoia" il cui smaltimento è più complesso di quello che potrebbe sembrare.
Il posizionamento degli impianti deve poi porre molta attenzione anche all'ecosistema in cui si inserisce. L'aspirazione di questi ingenti quantitativi di acqua va ad incidere sulla vita della flora e soprattutto della fauna ittica locale, provocando non solo potenzialmente la morte dei pesci che entrano nel ciclo dell'impianto, ma anche delle uova che depongono o del plancton che li alimenta. Negli Stati Uniti le aziende impegnate nella dissalazione hanno risolto il problema con dei programmi di ripopolamento programmato. L'idea però dovrebbe essere quella che ormai è alla base del concetto di sostenibilità a cui aspiriamo: sarebbe meglio che l'impatto dell'uomo sull'ambiente fosse il minore possibile.
L'occasione d'acciaio... inox
Dopo aver provato a fare un quadro il più esaustivo possibile, per quanto sintetico, andiamo ad accennare all'importanza dell'acciaio in questi impianti. Anzi, più che di importanza si tratta per lo più di essenzialità.
Al di là di tutte le strutture di carpenteria metallica e passatoie che ne fanno parte, l'acciaio inossidabile è elemento essenziale per poter gestire in sicurezza quantitativi di acqua con elevate concentrazioni di sale e quindi ad alta corrosività con la sicurezza di un materiale adatto a stare a contatto con gli alimenti.
Gli ultimi studi hanno anche identificato negli acciai austenitici celle serie ASTM300 i materiali migliori sia per i componenti sia per realizzare le parti critiche delle strutture esposte all'atmosfera vicina al mare che potrebbe corrodere un materiale meno protetto. Inoltre, vengono anche utilizzati acciai duplex per tutta la parte di tubazioni e raccordi in cui le varie sostanze devono transitare.
Basta osservare un'immagine di un impianto per capire l'essenzialità dell'acciaio e allo stesso tempo la grande opportunità che l'installazione di impianti simili in Europa potrebbe rappresentare anche per il produttore di inox nazionale Acciai Speciali Terni.
Concludendo, come spesso accade, non ci sono soluzioni da bacchetta magica né indolori. Un compromesso da trovare c'è e ci sarà sempre. Quel che serve fare è il tradizionale bilancio costi-benefici e guardare in prospettiva futura per far sì che quella che oggi pare una scelta particolarmente vantaggiosa non diventi un boomerang in futuro dando vita a nuovi problemi nel tentativo di risolverne altri.
Vale la pena tener presente un ormai noto proverbio dei nativi americani: "La Terra non è un'eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli".
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