5 luglio 2022
«Stiamo uscendo da un surreale miniciclo durato un trimestre. Non credo che da qui alle ferie ci saranno cambiamenti. Anche se sono pronto a essere smentito, vista la volatilità degli ultimi mesi». Così Marco Sbaraini, direttore commerciale acciai per l’edilizia del Gruppo Feralpi, ha esordito a “MERCATO & DINTORNI” questa mattina. Dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina a fine febbraio, i prezzi dell’acciaio sono saliti moltissimo, complice anche una certa speculazione su materia prima ed energia e il “panic buying” per la paura di restare senza fornitura. «Quella fortissima speculazione ha condizionato il trimestre successivo – ha ricostruito Sbaraini -. Da aprile a giugno abbiamo avuto una domanda a zero in Italia e su tutti i mercati strategici europei». Tre mesi di consumo azzerato che avrebbero rimesso in equilibrio il mercato: a monte, la produzione da maggio ha adottato massicce fermate degli impianti «che continueranno fino ad agosto»; a valle, i clienti hanno smaltito il materiale accumulato nei magazzini. «È l’unica risposta che il mercato poteva dare, per riportare un minimo di fiducia riequilibrando domanda e offerta».
Il cambiamento è tangibile, secondo Sbaraini, in questi primi giorni di luglio: «Registro un ritorno all’acquisto in Italia e nei mercati confinanti, e di conseguenza un riequilibrio delle quotazioni», tornando circa sui livelli pre-conflitto, quindi permettendo l’auspicata ripartenza dei cantieri, visto che «volumi e fondamentali a livello europeo sono molto positivi, soprattutto per i prodotti legati all’edilizia».
Quotazioni che arrivano da mesi di anomalie. «Sul mercato italiano il tondo per cemento armato aveva stabilmente prezzi più alti di quelli tedeschi. Una situazione mai vista nei 30 anni di attività di Feralpi in Germania – ha sottolineato -, perché il Paese è importatore netto di questo prodotto e ciò crea un mercato mediamente più stabile e ricco nelle quotazioni».
Cosa potrà accadere dopo la pausa estiva che spezza a metà l’anno siderurgico italiano è difficile dirlo con certezza. C’è però un timore di fondo: «C’è una forte preoccupazione per l’energia». Sbaraini ha registrato una certa «“paura” e la consapevolezza della pericolosità del tema, molto più sentito rispetto alla questione del rottame», altro principale fattore di costo per gli elettrosiderurgici. Perché se ormai i fornitori di rottame «sono quasi degli stakeholder, con i quali abbiamo rapporti consolidati da decenni e che sono addentro ai problemi della filiera, chi vende energia si muove su tavoli diversi e secondo interessi diversi – ha sottolineato -. Siamo di fronte a scenari nuovi e a nuovi modi di gestire la catena del valore dell’acciaio».
In tutto questo c’è una costante: gli investimenti del Gruppo Feralpi. «Investire per aumentare la produzione è un modello superato. Feralpi sta puntando su mix di prodotti, velocità di risposta al mercato, flessibilità, capacità di inserirsi in nuovi segmenti di consumo, da oltre 20 anni sulla sostenibilità». «Giustamente – ha sottolineato Sbaraini - inquinare diventa sempre meno sostenibile anche del punto di vista economico».
Ci si attende che possa entrare maggiormente nei dettagli del piano investimenti, nelle prossime settimane, il presidente del Gruppo, Giuseppe Pasini. Sbaraini ha potuto però anticipare la tendenza del primo semestre: «È stato eccezionale per marginalità. I volumi sono stati abbastanza inferiori allo stesso periodo del 2021. Per la seconda metà dell’anno ci auguriamo di portare equilibrio al mercato e che ciò consenta di recuperare parte dei volumi persi soprattutto nel secondo trimestre. Sono fiducioso che il 2022 potrà essere un anno eccezionale».
Elisa Bonomelli
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