24 marzo 2022 Translated by Deepl
«Quello che vedo sono situazioni esasperate di ipercomprato, eccessi di acquisto stanno generando condizioni eccezionali che di solito non durano a lungo. Per cui mi aspetto che potrebbero esserci anche correzioni a breve». È questa l’essenza dell’intervento del Partner & Chief Analyst di siderweb Achille Fornasini nel webinar "Inox: le conseguenze del conflitto sul settore italiano".
Con la concretezza che lo contraddistingue, Fornasini ha puntualmente analizzato andamento e prospettive delle materie prime per l’acciaio inossidabile, per poi passare alle principali qualità di finiti.
«Rispetto alla situazione descritta a metà febbraio lo scenario è stato nuovamente rivoluzionato dall’ultimo cigno nero, l’invasione russa in Ucraina – ha spiegato Fornasini -. Le dinamiche generali hanno visto dal 2020 un mondo provato dalla pandemia a cui sono seguite nel 2021 delle problematiche legate a shortage di materiale e crisi logistica per poi passare nel 2022 agli effetti della crisi energetica e soprattutto del conflitto che ha portato un’ulteriore impennata di costi. Credo però che anche in caso di una pace, che probabilmente vedrà un ri-disegno dei confini, l’economia ucraina subirà il colpo dal momento che il Donbass è particolarmente ricco di risorse naturali e di industrie».
Sul fronte logistico l’analista ha mostrato come sul costo dei noli sulle rinfuse abbia inciso in maniera particolarmente intensa il caro carburanti, mentre i valori per i container sono maggiormente stabili. Diversamente il prezzo delle componenti energetiche ha visto una volatilità particolarmente intensa.
«Passando in rassegna le componenti basilari dell’inox abbiamo visto dall’inizio del conflitto che il rottame è aumentato del 51% in poche settimane – ha snocciolato Fornasini -. Principe dei rincari è stato il nickel (+127,2%) per l’invasione a cui poi è succeduta una discesa del 35%. Ritengo che sarà soggetto a molta volatilità nelle prossime settimane. Questo perché l’offerta si è molto ridotta dal momento che nell’ultimo anno le riserve all’LME sono scese del 70% senza nemmeno contare l’invasione. Aumenti importanti ci sono stati anche per cromo, manganese e silicio, nell’ordine del 35-40%. Meno coinvolto il molibdeno impegnato in una fase di spostamento laterale».
Rincari sulle componenti basilari che si sono riflessi a che sui finiti, con lamiere e rotoli in 304 e 316 cresciute nell’ordine del 30%. Mentre la qualità 430 ha subito una crescita del 10,2%.
«Per il prossimo futuro – ha concluso Fornasini – mi auspico un accordo di pace che possa innescare anche un rifiato del gas in grado di portare a una ripresa generalizzata».
Davide Lorenzini
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