22 marzo 2022 Translated by Deepl
«Efficienza» è stata la parola più utilizzata da Antonello Mordeglia, Chairman di Danieli Automation DIGI&MET, nel corso del webinar di siderweb "AAA Decarbonizzazione cercasi" dedicato al binomio acciaio e sostenibilità.
Il manager del gruppo friulano ha fornito una visione a 360° in termini sia tecnologici sia dei driver di sviluppo tecnologico su cui si stanno orientando i vari Paesi nel mondo. Driver comunque guidati dalla necessità di ridurre i livelli emissivi, sia in maniera diretta che indiretta consumando meno risorse ed energia.
«Devo dire che, al netto dell’ultima parentesi legata al conflitto in corso, il mercato dell’acciaio nel mondo risulta molto attivo. Accantonata la fase pandemica, la siderurgia mondiale lo scorso anno ha ripreso a produrre, ma soprattutto a fare utili e questi sono stati poi reinvestiti da molti in nuove tecnologie per ammodernamenti tecnici e ambientali, oltre che per aumentare produzione ed efficienza».
La maggior problematica per il mercato europeo identificata da Mordeglia resta il tema del costo energetico, che risulta completamente fuori scala nel confronto con i 40 dollari al KWh e persino ai 100 dollari al KWh nelle ore di picco in Asia.
Sul fronte emissioni, il presidente di Danieli Automation ha rimarcato come al momento l’emissione zero resti un traguardo ancora da raggiungere, «tuttavia ci siamo già avvicinati molto».
«I nostri minimill Mida di ultima generazione, in cui tutta la linea produttiva lavora senza interruzione e senza il ricorso al forno da preriscaldo, riescono ad avere una generazione di 50 kg di CO2 per tonnellata, contro i 400 kg di un forno elettrico vecchio stile e le 2 tonnellate di un ciclo integrale, in termini di Scope 1 (emissioni dirette)».
A proposito delle tecnologie di riscaldo, Mordeglia scommetterebbe sull’energia elettrica sia in termini di tenconologia a resistenza che induzione piuttosto che sul gas naturale che verrà probabilmente sostituito dall’idrogeno. Energia elettrica la cui certificazione di provenienza è ormai accertabile.
«Per l’idrogeno ritengo che il suo utilizzo in siderurgia sarà focalizzato alla produzione di preridotto. In altre formule non ritengo efficiente prendere l’elettricità, trasformarla in idrogeno e poi ritrasformarla in energia. In questo processo qualcosa si disperde sempre. È meglio puntare sull’impiego diretto dell’energia da fonti verdi».
Fonti energetiche che per Mordeglia in Europa si dovranno concentrare nei Paesi più avvantaggiati in cui vento e sole sono più abbondati ed anche nel continente nordafricano dove c’è già un progetto di interconnessione di un cavo elettrico «che probabilmente andranno a sostituire i tubi per lo spostamento del gas».
Inoltre, per l’energia si può applicare anche il concetto di sharing con i flussi di elettricità che non possono andare non solo dal centro ai capillari ma anche viceversa.
Mordeglia infine ha ribadito la bontà in termini di riduzione del consumo del suo Digimelter Q-ONE il cui numero di impianti venduti è salito a quota 16.
«Dopo le ottime referenze legate ai due grandi impianti installati per la canadese Algoma, abbiamo visto un incremento di ordini soprattutto dagli Usa e dal Giappone. Per capire la bontà della tecnologia basta pensare che l’ultimo impianto installato negli Usa in 20 giorni ha tagliato il consumo energetico del 12/13%. I vantaggi non si limitano solo ai consumi, ma anche alla possibilità di fornire una maggior stabilità alla rete grazie a ulteriori accorgimenti tecnologici che ne stabilizzano l’assorbimento energetico, come ad esempio i supercapacitor e gli stessi elettrolizzatori per la creazione di idrogeno».
Il driver del futuro dello sviluppo tecnologico siderurgico per Mordeglia resterà comunque l’efficienza, declinata nei suoi diversi aspetti; oltre a quelli già toccati nell’intervento ci sono «la riduzione degli stock grazie a tempistiche di produzione più rapide dal momento dell’ordine, ad una logistica ottimizzata, insieme all’intelligenza artificiale che permette di non disperdere know how anche in caso di turnover, facendo sì che sia la macchina a guidare l’operatore e non viceversa».
Davide Lorenzini
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