3 marzo 2022 Translated by Deepl
«La vera risorsa della Russia è il commercio estero, che va a finanziare gli investimenti, anche militari. Il saldo commerciale, nel 2020 a 91,8 miliardi di dollari, si è dimezzato rispetto ai volumi antecedenti al conflitto del Donbass del 2014. La difficoltà ad accumulare risorse: è questo il grimaldello da usare per scardinare l’economia russa». Secondo Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb, che ne ha parlato nella propria analisi presentata questa mattina nel webinar "Russia-Ucraina: l’impatto della guerra sulla siderurgia", le sanzioni imposte negli anni scorsi alla Russia «un effetto l’hanno avuto: nel 2016 si è toccato il minimo storico dell’export russo. Dal picco di 529,3 miliardi di dollari del 2012 si è scesi a 281,7 miliardi».
Nel 2020, la Russia era al 14esimo posto nel mondo per valore dell’export (332,2 miliardi di dollari), sei posti sotto l’Italia (496,1 miliardi di dollari), con un’incidenza dell’1,7% sul totale dell’export mondiale. Ma è un Paese chiave per alcune forniture, senza le quali «gran parte delle filiere occidentali ne risentirebbe in modo rilevante». Si consideri cioè che combustibili ed energia, metalli, prodotti chimici e agricoli, legno nel 2021 hanno coperto l’83,4% delle esportazioni russe per prodotto e che le risorse naturali russe sono valutate il 140 trilioni di dollari, 10 volte il Pil russo (1485 miliardi di dollari nel 2020).
«Complessivamente – ha analizzato Tosini -, le nuove sanzioni dovrebbero avere un effetto pesante sull’economia russa, poiché danneggerebbero il potente settore energetico e le società industriali militari che sono i baluardi del regime di Putin». Ma affinché siano davvero efficaci, dovranno essere «multilaterali, coinvolgendo un’ampia coalizione di governi, e attuate da Paesi con ampie relazioni commerciali con la Russia, che devono anche accettare anche i rischi che derivano dalle loro azioni». E qui c’è il primo problema, perché è contro queste sanzioni il principale partner commerciale della Russia: la Cina, destinataria nel 2021 del 28,9% dell’export russo. Insomma, «la Russia potrebbe trovare nel partner cinese la possibilità di aggirare alcune sanzioni» secondo Tosini.
Quanto ai rapporti tra Italia e Russia, ha ricostruito Tosini, l’Italia è il 7° mercato di destinazione dell’export della Russia, con una quota di mercato del 3,9% nel 2021, ed è anche il 7° fornitore della Russia, con una quota del 4,1%. La Russia è il 14° mercato di destinazione dell’export dell’Italia (quota dell’1,5% nel 2021) e l’8° fornitore dell’Italia (3%).
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