3 marzo 2022 Translated by Deepl
«Stop dell'export, carenza di forniture di materie prime, semilavorati e prodotti piani», queste secondo il responsabile dell’Ufficio Studi siderweb Stefano Ferrari le immediate conseguenze della guerra in corso in Ucraina e messe in evidenza stamattina nel corso del webinar “Russia-Ucraina: l’impatto della guerra sulla siderurgia”. Ma anche molto altro.
Perché, ha spiegato Ferrari, «ci si dovrà aspettare l’aumento dei prezzi di ghisa, Dri, rottame, bramme e prodotti piani al carbonio, oltre a ulteriori incrementi dei costi produzione per i rincari di energia e nickel». Senza trascurare possibili ricadute indirette, «con possibili aumenti delle quotazioni dei prodotti lunghi provenienti dalla Turchia che è un forte importatore di materie prime dalle aree interessate al conflitto».
Ferrari ha anche offerto un quadro di insieme relativo alle capacità produttive dei due Paesi protagonisti della grave crisi in atto e delle loro performance relative alle esportazioni che risultano importanti anche in italia.
«La Russia è il quinto produttore mondiale di acciaio, con circa 72 milioni di tonnellate, mentre l’Ucraina è il tredicesimo, con circa 20 milioni di tonnellate, avendone perse oltre una decina in seguito alla crisi del Donbass. Insieme i due Paesi detengono una quota di circa il 5% della produzione mondiale, con un 65% circa realizzata da altoforno».
Ricordando poi che «nel decennio 2010-2019 l’export medio della Russia è stato di 28,5 milioni di tonnellate di acciaio, pari a circa il 40% della produzione, mentre quello dell’Ucraina è stato di circa 20 milioni di tonnellate, pari al 75% dell’output».
I due Paesi, ha poi spiegato il responsabile dell’Ufficio Studi siderweb, «sono grandi protagonisti nel settore della ghisa, con la Russia che esporta in media 4,5 milioni di tonnellate e l’Ucraina che si attesta oltre i 2 milioni. Messi insieme rappresentano oltre il 53% dell’export globale di ghisa».
Per quanto riguarda altre categorie di prodotti, poi, Ferrari ha ricordato che «la Russia esporta in media circa 15 milioni di tonnellate di semilavorati, contro i circa 9 dell’Ucraina; circa 8,5 milioni di tonnellate di prodotti piani, contro i circa 6 dell’Ucraina, che sopravanza il Paese aggressore nel settore dei prodotti piani, visto che ne esporta circa 4,6 milioni di tonnellate, contro i circa 3,7 della Russia».
L’export in Europa dei due Paesi, «caratterizzato soprattutto da materie prime e semilavorati», ha poi detto il responsabile dell’Ufficio Studi siderweb, è di circa 11 milioni di tonnellate per la Russia e di circa 6 per l’Ucraina».
Scendendo nel dettaglio relativo all’Italia, poi, Stefano Ferrari ha spiegato che «i volumi sono simili e si aggirano per entrambi i Paesi intorno ai 2,7 milioni di tonnellate, ma mentre quelli russi sono in calo, nel 2021 l’Ucraina ha fatto registrare un incremento che l’ha riportata vicina ai valori del 2019».
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