8 febbraio 2022 Translated by Deepl
«Lo smantellamento della Section 232 non porterà una variazione sostanziale nei flussi di acciaio dall’Europa agli Stati Uniti, visto che fino al 2023 sono previsti 3,3 milioni di tonnellate all’anno, che saliranno di un altro milione dal 2024».
Lo ha detto oggi Paolo Sangoi, presidente di Assofermet Acciai e CEO di Sangoi Group, nel corso del webinar di siderweb “Section 232 addio: una nuova era per l’acciaio”.
Rispondendo alle domande del responsabile dell’Ufficio Studi di siderweb Stefano Ferrari, Sangoi ha anche spiegato che «più che una concessione degli USA è stata una scelta interessata perché alcune tipologie di acciaio europeo lì non si trovano», chiarendo poi che «sono rientrati i timori di un’energica attività di vendita europea verso gli USA con conseguente carenza di acciaio sul mercato continentale» e che «i benefici maggiori potrebbero essere quelli per i prodotti della manifattura europea che utilizza acciaio».
Inevitabile affrontare il tema della Salvaguardia e Paolo Sangoi, ricordando che «il 2021 è stato l’anno dei record dopo la ripartenza», ha messo in evidenza come «l’insufficiente disponibilità di acciaio, nel periodo più difficile, ha messo in grande difficoltà il settore della distribuzione, che spesso non ha avuto la possibilità di scaricare a valle i rincari imposti a monte».
Secondo il presidente di Assofermet Acciai, poi, «l’impianto normativo impostato sui trimestri può determinare alcune storture, visto che abbiamo notato l’esaurimento di alcune quote fin dal primo giorno del trimestre, con il risultato, oltre che diretto sul mercato, della congestione dei porti».
Da qui, «la nostra proposta di revisione della normativa, finalizzata proprio a ottimizzare i flussi e ad adattarla a una situazione che dal 2018 ad oggi è molto cambiata». Proposta che, ha ricordato Sangoi, ruota intorno a quattro punti fondamentali: «Rendere le quote previste completamente utilizzabili; incrementare del 30% le quote relative a prodotti rivestiti e profilati inox: accorciare di un anno, al 30 giugno 2023, la scadenza della normativa; dare la possibilità di stornare le operazioni ad altri Paesi invece di tenere stoccate le merci in magazzino»
A proposito del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), poi, Paolo Sangoi ha detto che «per come è stato presentato è molto spigoloso. Ha un nobile obiettivo che però non deve essere sovrapposto alle regolazioni di pura natura economica». Spiegando che «se non inciderà su tutti i prodotti a valle faremo un autogol e penalizzeremo la manifattura europea e apriremo la porta a economie che operano con criteri diversi dai nostri, con contraccolpi molto pesanti. Anche in questo caso l’auspicio è che ci possa essere la possibilità di apportare dei miglioramenti».
Guardando all'anno appena iniziato, il presidente di Assofermet Acciai ha parlato di «prospettive positive, anche se leggermente al ribasso, con un primo e un secondo trimestre tonici. Nel terzo, poi, con il superamento della problematica legata alla carenza dei chip, dovremmo assistere anche alla ripartenza del settore automotive».
Un annuncio importante fatto da Paolo Sangoi è stato quello relativo a «uno studio economico, affidato a un prestigioso ateneo italiano, che ha messo in evidenza l’impatto economico che l’insieme delle restrizioni ha determinato sull’economia continentale e che presenteremo nel dettaglio non appena sarà stato messo a punto in forma definitiva».
Marco Torricelli
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