8 ottobre 2021 Translated by Deepl
Eric Mattioli, direttore generale di Interacciai, dallo stand di Made in Steel parla della ripartenza del settore dell’acciaio nel 2021 e delle prospettive ed aspettative per il 2022 per il suo gruppo e per l’intero comparto.
Che effetto fa tornare ad incontrarsi dopo la crisi pandemica?
È un ritorno in presenza che ha valore sia dal punto di vista professionale che umano. L’immagine simbolo scelta da Made in Steel, la fenice, emblema di rinascita, è appropriata al momento che stiamo vivendo. Se contestualizziamo l’analisi alla filiera dell’acciaio ritrovarsi in fiera anche simbolicamente è molto importante. Potersi incontrare, in questo periodo è più che mai prezioso. E speriamo sia davvero l’anno della ripartenza.
Il mercato dell’acciaio ha visto un anno molto positivo, anche se gli acciai speciali hanno dinamiche da nicchia nella filiera. Quale è il vostro giudizio del 2021?
La filiera dell’acciaio nel suo complesso respira la ripartenza. Una ripartenza globale che sta interessando tutti i settori dell’economia. Nello specifico il nostro settore sta vivendo un anno caratterizzato da una decisa ripartenza dei consumi e delle richieste. Si sono ricostituiti i livelli di stock che nel 2020 erano stati parecchio intaccati per operazioni di destoccaggio dovute al rallentamento dei consumi innescato dalla crisi pandemica. E questo fenomeno, unito alla repentina uscita dalla crisi, ha fatto sì che molte supply chain si siano ritrovate con livelli di stock molto ridotti o completamente inadeguati alla rinnovata richiesta. Nell’anno in corso tutti gli attori della filiera hanno operato ai fini di ricostituire livelli di stock più adeguati.
Gli acciai speciali sono destinati ad un ampio ventaglio di settori utilizzatori. Quali hanno avuto le migliori performance?
Noi abbracciamo un settore di utilizzatori piuttosto ampio e trasversale sia dal punto di vista della tipologia che sul piano settoriale. Dal nostro osservatorio i comparti trainanti nella filiera sono quelli per i quali vi sarà, in prospettiva, una maggiore ricaduta dai progetti legati al Recovery Fund. Il movimento terra e il truck sono i due settori che hanno avuto un exploit marcatamente superiore alle medie di altri che comunque, pensiamo ad esempio a quello agricolo, stanno vivendo un incremento di consumi e volumi.
Siamo ormai entrati nell’ultimo trimestre dell’anno. Il 2021 che anno è stato per Interacciai?
Non è semplice tracciare un bilancio, sia dal punto di vista del paragone con il 2020, anno complesso e difficilissimo per la pandemia, sia per il 2021. Nessun operatore si sarebbe aspettato una ripresa così forte. Il nostro ruolo di commercianti è garantire a tutti i clienti una continuità di fornitura che consenta di non andare in rottura di stock. E questo deve essere assicurato nonostante i consumi e le richieste siano stati in continua ed esponenziale crescita e i tempi di consegna delle acciaierie, i nostri principali fornitori, siano passati da un paio di mesi a sei – otto mesi. In uno scenario profondamente mutato rispetto a pochi mesi prima era facile commettere errore strategici nella campagna acquisti e nella politica commerciale. Ritengo che abbiamo operato con la giusta efficienza e reattività. Abbiamo garantito ai clienti le forniture nei tempi e nei modi richiesti. Tutelare e garantire il cliente finale era ed è il nostro obiettivo primario.
Cosa vi aspettate per il 2022?
Quello che credo si aspettino tutti gli operatori della filiera, ovvero un periodo di consolidamento e di stabilità. E auspichiamo che lo sia per i consumi e la richiesta ma pure per la dinamica dei prezzi.
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