29 giugno 2021 Translated by Deepl
Materie prime, commercio internazionale, consumo e prezzi. Sono questi i quattro aspetti da monitorare per la siderurgia nel breve e nel medio periodo. Lo ha sottolineato Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi siderweb, durante il webinar “La siderurgia vista dai fornitori”.
Il primo tema toccato è quello delle materie prime. «Nonostante la tendenza generale a lungo termine che vede un maggior impiego di rottame – ha spiegato Ferrari – nel 2020 si registrata una riduzione del consumo di rottame ed un incremento di domanda di minerale ferroso. Ciò è stato causato dalla Cina, che sta diventando sempre più influente anche in questo segmento». Questo trend da un lato evidenzia ancor di più «il ruolo del Paese asiatico nel settore», dall’altro «ci ricorda quanta sia ancora la strada da fare per arrivare ad una decarbonizzazione del comparto».
Sul versante del commercio internazionale di acciaio «la proroga della Salvaguardia e l’introduzione del Carbon Border Adjustment Mechanism avrà un impatto deciso sul commercio europeo di acciaio ed anche su quello italiano, basti pensare che a causa di questa seconda norma circa il 64% del totale dell’acciaio comprato dai Paesi terzi sarà sottoposto al pagamento della compensazione del carbonio». Per i compratori italiani, quindi, «urge trovare fonti alternative» per non rischiare di trovarsi con una carenza di prodotti in acciaio.
Il terzo punto analizzato è relativo al consumo di acciaio, un consumo che nel 2021 e 2022 è destinato a crescere in Europa, ma che nel lungo periodo è stagnante. «Per gli operatori continentali ciò potrebbe rappresentare un handicap in futuro, visto che dovranno confrontarsi con aziende che risiedono in mercati con potenzialità maggiori». Appare quindi necessario «approcciarsi a mercati in crescita, come quello africano, che nel lungo periodo promette di salire decisamente». Ma in quell’area «partiamo indietro rispetto ad altre nazioni come Qatar e Turchia, che vantano una presenza più radicata».
Infine, i prezzi. Prendendo in considerazione «le quotazioni dei coils a caldo e del rottame – ha ricordato Ferrari – si nota che i prezzi in Italia appaiono evolversi in ritardo rispetto alla Cina ed alla Turchia, i benchmark internazionali per questi prodotti. Mentre nel nostro Paese la tensione è ancora elevata, nel mondo c’è qualche segnale di assestamento o di leggero riposizionamento, viene quindi da chiedersi se nelle prossime settimane ciò avverrà anche qui».
Concludendo, Ferrari ha rilevato che «nell’impiego di materie prime, nel consumo, nei prezzi e nella regolamentazione internazionale il comparto italiano ed europeo dell’acciaio è di fronte a nuove sfide. Sfide che coinvolgeranno anche i fornitori che, come gli operatori della filiera, dovranno orientarsi su nuove strade per continuare ad evolversi e crescere anche in futuro».
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