14 aprile 2021
Il polo siderurgico di Taranto cambia ancora una volta nome e viene ribattezzato Acciaierie d’Italia. Un cambio di nome che però questa volta ha un significato profondo. Grazie all’entrata dello Stato con Invitalia nella gestione dell’azienda vuole prendere le distanze dal passato e guardare alla costruzione di qualcosa di nuovo. L’obiettivo non dovrà essere solo di produrre acciaio ma di sanare quelle ferite aperte in nove anni di vertenza aziendale.
ArcelorMittal ha annunciato in una nota di avere «perfezionato, in data odierna, un accordo di investimento con Invitalia, una società controllata dallo Stato italiano, formando una partnership pubblico-privata tra le parti. Invitalia ha investito Euro 400 milioni nel capitale sociale di AM InvestCo Italy, la società controllata da ArcelorMittal che ha sottoscritto il contratto di affitto e acquisto dei rami d’azienda di Ilva, in tale modo ottenendo una partecipazione al capitale sociale pari al 38% e diritti di voto pari al 50%. La società a controllo congiunto AM InvestCo Italy sarà rinominata Acciaierie d’Italia Holding e la sua principale controllata operativa ArcelorMittal Italia sarà rinominata Acciaierie d’Italia».
La nota specifica anche che l’Accordo di Investimento «prevede un secondo investimento nel capitale da parte di Invitalia, fino a Euro 680 milioni, per finanziare il perfezionamento dell’acquisto dei rami d’azienda di Ilva da parte di Acciaierie d’Italia, che è previsto entro maggio 2022 subordinatamente al verificarsi di determinate condizioni sospensive. A tale punto, la partecipazione di Invitalia nel capitale sociale di Acciaierie d’Italia salirebbe al 60%, mentre ArcelorMittal dovrebbe investire fino a Euro 70 milioni per mantenere una partecipazione pari al 40% e il controllo congiunto sulla società».
Ben chiare le condizioni sospensive che comprendono «la modifica del piano ambientale in vigore per tenere conto delle modifiche del nuovo piano industriale; la revoca di tutti i sequestri penali riguardanti lo stabilimento di Taranto; e l’assenza di misure restrittive – nell’ambito dei procedimenti penali in cui Ilva è imputata – nei confronti di Acciaierie d’Italia Holding o di sue società controllate. Nel caso in cui le condizioni sospensive non si verificassero, Acciaierie d’Italia Holding non sarebbe obbligata a perfezionare l’acquisto dei rami d’azienda di Ilva e il capitale in essi investito verrebbe restituito».
La nota diffusa dal produttore siderurgico ha anche precisato un altro punto interessante: «In futuro, Acciaierie d’Italia Holding opererà in modo autonomo, e come tale avrà propri piani di finanziamento indipendenti da ArcelorMittal. Di conseguenza, ArcelorMittal de-consoliderà le attività e le passività (compresa la residua passività relativa all’affitto e all’acquisto dei rami d’azienda Ilva) di Acciaierie d’Italia Holding (in precedenza, AM InvestCo Italy) dal proprio bilancio consolidato e contabilizzerà la propria partecipazione nella società secondo il metodo del patrimonio netto».
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