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Acciaierie d’Italia, domani il primo Cda

Carlo Mapelli affianca Bernabè e Cao per la parte statale, attesa per i membri designati da ArcelorMittal

L’impressione è quella che si voglia imprimere l’auspicata accelerazione al rilancio di Acciaierie d’Italia.

Il primo Cda dell’azienda partecipata da Invitalia e ArcelorMittal, convocato per la tarda mattinata di domani 16 aprile, è pronto a prendere il timone dell’azienda per avviare il processo che dovrebbe metterla sulla rotta del rilancio.

La componente statale è ormai ultimata con Franco Bernabè, designato alla presidenza, che sarà affiancato dall’ad uscente di Saipem, Stefano Cao, e dal professore del Politecnico di Milano esperto in siderurgia Carlo Mapelli, che si è dimesso dal Cda di Finarvedi.
Mapelli negli scorsi anni affiancò anche l’ex commissario Enrico Bondi, con il quale aveva collaborato per la stesura di un primo piano industriale che prevedeva l’utilizzo di forni elettrici e preridotto a fianco del ciclo integrale per poter ridurre l’impatto ambientale del siderurgico.
Una soluzione che, seppur con alcune modifiche, rappresenta l’asse portante del progetto di riqualificazione che Acciaierie d’Italia è chiamata a concretizzare il prima possibile.
Un progetto produttivo, quello dell'elettrosiderurgia con l'uso di DRI, di cui lo stesso Mapelli aveva evidenziato le peculiarità principali, ospite del webinar di siderweb “Cieli azzurri per la siderurgia”.

Se i nomi dei tre membri a nomina statale paiono ormai blindati, c'è invece attesa su quelli in capo ad ArcelorMittal per i quali manca in toto l’ufficialità, a parte la scontata riconferma come amministratore delegato di Lucia Morselli.

Nell'immagine di testa da sinistra Franco Bernabè, Carlo Mapelli e Stefano Cao.


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