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AST: sulla cessione si «scaldano i motori»

Burelli: «Volumi di produzione record, ma a fronte dei rincari l'obiettivo è salvaguardare la marginalità»

Mercato in ripresa, ma attenzione concentrata sul miglioramento della marginalità. Questi gli obiettivi di Acciai Speciali Terni, come confermato dall’amministratore delegato Massimiliano Burelli, ospite del webinar «Fiere per la rinascita. Made in Steel e Lamiera: sinergia vincente per le imprese della filiera allargata».

Intervistato dal direttore generale di siderweb Lucio Dall’Angelo, il manager ha ribadito come anche per una realtà storica e consolidata come AST la partecipazione a eventi fieristici sia particolarmente importante soprattutto dopo la crisi pandemica. «Per noi la partecipazione a Made in Steel è storica – ha detto Burelli - e la possibilità di essere fisicamente dentro ad una fiera consente di riallacciare e consolidare i rapporti interpersonali, un bisogno resosi ancor più necessario dopo la "remotizzazione" del dialogo dovuta ai protocolli di distanziamento legati alla pandemia. Inoltre è un appuntamento che a me piace chiamare “one-stop shop”: in un unico posto si possono incontrare tantissimi clienti e fornitori, dando una vera accelerazione al business».

Passando al mercato, il manager ha evidenziato come la base degli incrementi di prezzo odierni si sia formata proprio durante il lungo lockdown della primavera 2020. «Ciò che abbiamo vissuto è stato il rallentamento importante causato dalla pandemia, che ha portato i distributori a mantenere una posizione corta, riducendo le scorte alla luce dell’incertezza sull’evoluzione futura della congiuntura. Questa tendenza è stata valida fino ad agosto dello scorso anno – ha detto Burelli -. Siamo partiti da un mese di aprile con un -45% della capacità produttiva, per poi arrivare al momento di svolta dello scorso settembre. Quando improvvisamente l’interesse dei clienti è cambiato, sia per il reintegro dei magazzini che per una maggiore domanda dovuta a un miglioramento degli ordini. A questo si è sommato l’effetto dei dazi sui laminati a caldo inox che, riducendo la disponibilità di materiali, ha visto creare un aumento delle quotazioni per carenza di offerta. A ulteriore aggiunta ci si è trovati a dover fronteggiare un aumento del prezzo del rottame inox dovuto ad una sua scarsa reperibilità, legata in parte anche al calo di lavorazioni nel lockdown. Questa congiuntura ci ha portato a dei record produttivi, anche se la marginalità invece non è riuscita ad aumentare proporzionalmente visto il movimento repentino. Per cui la complessità del momento è dovuta a materie prime in continuo rincaro, unite ad un allungamento del portfolio ordini».

Per fronteggiare questa congiuntura, AST ha deciso di valutare extra di lega ed extra rottame che possano coprire almeno in parte le consegne più lunghe.

Un tema che non può restare inesplorato se si parla di AST è quello relativo alla sua cessione: per Burelli una cessione come quella dell’asset umbro potrebbe concludersi nell’arco di 6/9 mesi, salvo osservazioni particolari da parte dell’antitrust Ue. «Tempistiche certe per il momento non ci sono, ma stiamo scaldando i motori e quindi ci si muoverà in tempi relativamente brevi. Stiamo creando un pacchetto di informazioni ambientali il più leggibile e trasparente possibile, per dare il maggior numero di informazioni anche su questo aspetto per evitare una due diligence ambientale che potrebbe portare via dei mesi. Se partiremo a stretto giro, credo che il 2021 potrebbe vedere un nuovo assetto societario» evidenzia il manager, che però non si sbilancia sui conti del nuovo anno.

«L’anno è molto più tonico, ma il problema resta la marginalità. Il nostro obiettivo è certamente quello di superare il risultato 2020».

Per Burelli infine la sfida ambientale deve essere affrontata sia sul fronte delle produzioni, che sul fronte delle performance aziendali. «Per il miglioramento ambientale in termini di prodotto stiamo lavorando soprattutto in ambito automotive e su tre fronti. Il primo è legato ai miglioramenti delle performance dei tubi marmitta. I prossimi 10 anni saranno segnati dall’ibrido, il che vuole dire motori più piccoli, ma con prestazioni sempre più elevate e questo richiede materiali sempre più evoluti. Il secondo ambito che stiamo studiando è quello delle Fuel Cell che ritengo saranno il futuro. Le celle combustibile non richiedono più tubi ma lamelle di acciaio; c’è però da considerare che al posto dei 22 kg dei sistemi di scarico richiedono 40 kg di materiale per auto. Pertanto a fronte della riduzione di una tipologia di fornitura potrebbe aumentarne un'altra, aiutando a mantenere, se non incrementare, la quota totale di business. Infine con un partner americano stiamo lavorando allo sviluppo di acciai ultraresistenziali da impiegare nel processo di alleggerimento dei veicoli. In tutti i casi la sfida è trovare e produrre acciaio dalle elevate prestazioni ma dai costi contenuti».

Sul fronte aziendale invece Burelli ha confermato il proseguimento del progetto per il recupero delle scorie e l’installazione di un nuovo generatore elettrico alimentato dai fumi di acciaieria.


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