19 novembre 2020
Quali sono stati i risultati economico-finanziari delle trafilerie nel 2019? Quali sono stati i segmenti del comparto che hanno avuto le migliori performance? Ha risposto a queste domande Stefano Ferrari, responsabile dell'Ufficio Studi siderweb, durante l'evento digitale "Trafilerie: l’impatto della crisi da Covid-19 e le prospettive per il 2021", evento organizzato in collaborazione con la Camera di commercio di Como-Lecco e sponsorizzato da UBI Banca, Coface, Regesta, Caleotto e SAS Engineering and Planning.
Il focus è stato introdotto dai saluti del presidente di siderweb Emanuele Morandi e da quelli di Lorenzo Riva, vicepresidente della Camera di Commercio di Como-Lecco, che ha ribadito come per superare la crisi servano investimenti e innovazione.
«L’analisi si è basata sui dati elaborati per lo studio Bilanci d’Acciaio – ha esordito Ferrari -. Sono stati presi in considerazione i bilanci di 64 trafilerie, delle quali 24 specializzate in acciai comuni, 24 in acciai speciali, 9 in acciai inox e 7 multiprodotto. Lo studio si è incentrato su quattro punti: redditività, solidità, costo del lavoro e ripartizione del valore aggiunto».
Partendo dalla redditività e dall’andamento del fatturato «si rileva che il 2019 è stato l’esercizio peggiore tra i tre presi in considerazione (2017-2019) – ha proseguito Ferrari -. Il fatturato delle trafilerie è infatti sceso del 12% rispetto al 2018 ed è diminuito il giro d’affari anche di tutti i sotto-segmenti». Inoltre, mentre il valore aggiunto «è riuscito, in termini di rapporto con il fatturato, a replicare i risultati del 2018», l’Ebitda e l’utile netto «sono calati sia rispetto al 2018 sia rispetto al 2017». In termini di redditività «si segnala che i settori degli acciai comuni e delle trafilerie multiprodotto hanno avuto performance nettamente migliori rispetto agli acciai speciali ed inox, avvicinandone i rendimenti ed omogeneizzando i risultati dei sotto-segmenti, che nel 2017 e 2018 erano invece molto distanti».
Sul versante della solidità «il triennio si è caratterizzato da un recupero delle posizioni e da un miglioramento del comparto nel suo complesso – ha dichiarato Ferrari -, con una dinamica meno positiva per gli acciai comuni».
Per quanto concerne il costo del lavoro «nel triennio c’è stata una riduzione dello 0,4% e, rispetto al 2018, dell’1,8%, ma data la maggior contrazione del valore aggiunto, l’incidenza del costo del lavoro è salita e, per il totale delle trafilerie, si attesta nel 2019 ad oltre il 57% del valore aggiunto, contro il 52% del 2018».
Per il comparto delle trafilerie «l’anno scorso ha avuto un’evoluzione non entusiasmante. Il settore, nel suo complesso, è risultato in utile, ma su valori nettamente inferiori al recente passato, il che non rappresenta una notizia positiva, data la crisi alle porte, anche se sicuramente il miglioramento della solidità rappresenta un punto a favore».
L’Ufficio Studi siderweb ha effettuato anche un confronto di filiera tra le trafilerie (cioè i fornitori) e i mollifici e le viterie (i principali clienti), prendendo in considerazione sia i dati del 2019, che l’evoluzione del triennio 2017-2019.
«L’evoluzione del fatturato e della redditività di trafilerie e mollifici – ha illustrato Ferrari - ha avuto un andamento allineato: il giro d’affari è calato in modo contenuto (rispettivamente del -0,8% e del -2,5%). È diminuita in modo maggiore la redditività, sia industriale che in termini di reddito netto. Le viterie, invece, hanno fatto registrare un’evoluzione diversa: il fatturato è diminuito maggiormente (-16,6%), mentre utile ed Ebitda sono scesi in misura minore perché le viterie sono riuscite a ottenere una diminuzione costo lavoro nel triennio (-13,6%), quando per gli altri due comparti è aumentato».
Quanto all’indebitamento, trafilerie e mollifici si sono mossi all’unisono, vedendo calare sia quello complessivo che quello finanziario. Le viterie hanno ottenuto progressi inferiori, ma hanno valori assoluti molto positivi.
Redazione siderweb
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